giovedì 11 novembre 2010

Intervista a Umberto Veronesi



Negli ultimi tempi è stato al centro dell’attenzione più per il suo appoggio al nucleare che per le sue indiscusse competenze in campo medico: stiamo parlando di Umberto Veronesi, neopresidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare.
Che le si condivida o no, da anni l’oncologo esprime con decisione le sue idee sull’energia atomica, cercando di spiegarne i vantaggi anche a chi non è, come lui, “uomo di scienza”. Come in questa intervista, che ho trovato qualche giorno fa: Veronesi si sofferma su alcuni aspetti “cruciali” del nucleare, tra cui le tanto temute scorie. Il presidente dell'Agenzia spiega che i rifiuti radioattivi, se opportunamente riprocessati, si riducono notevolmente. E, c’è da aggiungere, con le nuove centrali è minore anche il numero di residui ad alta attività, cioè quelli più potenzialmente pericolosi. È fondamentale, poi, collocare i rifiuti radioattivi in zone sicure e refrigerate (scelta che l’Unione Europea ha proprio adottato di recente).
L’intervista tocca anche un tema caro a Veronesi: le applicazioni del nucleare in campo medico. Innanzitutto, spiega, gli isotopi radioattivi sono già comunemente utilizzati per l’identificazione dei tumori e il nucleare in genere può avere diversi utilizzi a scopo terapeutico.
Di sicuro, per l’oncologo, l’Italia sarà ampiamente in grado di portare avanti le ricerche sull’atomo: dalla nostra parte c’è una scuola di prim’ordine, che ci ha fatto conoscere e apprezzare in tutto il mondo.

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