giovedì 29 luglio 2010

La sinistra radioattiva

Articolo a firma di Vittorio Zucconi, a proposito di Veronesi, il nucleare e il governo italiano..
La incantevole stupidità della sinistra giurassica italiana che boicotta la nomina del professor Umberto Veronesi, uno dei pochi scienziati (oncologo) italiani di rilevanza mondiale al ruolo di primo sorvegliante dei piani nucleari del governo, rifulge in tutto il proprio splendore suicida.

Poichè Veronesi non piace a qualche gruppetto di ultrà puri e duri, quelli che non vincerebbero un’ elezione neppure in Andorra con i loro voti, ma sono la coda che agita il cane, al suo posto verrà sicuramente elevata la solita mezza tacca, o mezzo tacco, scelto secondo lo schema caro al governo Berlusconi. Quello della volpe messa a far la guardia alle galline o della fedeltà al duca prima della competenza. Vivissimi complimenti. (PS: Prima che qualche umorista mi scriva che sono al soldo della Westinghouse o della Areva, ripeto quello che ho scritto varie volte: non sono aprioristicamente anti nucleare, ma vorrei che in Italia le centrali venissero progettate, costruite, sorvegliate, amministrate, e che le scorie venissero eliminate, da qualcuno possibilmente migliore dei Bertolaso, degli Scajola, delle Brambilla o dell’architetto che regala gli appartamenti con vista sul Colosseo. Come Cernobyl dimostrò, e come decenni di funzionamento in Francia o negli Usa confermano, sono coloro che costruiscono e gestiscono le centrali la vera minaccia).

Fonte articolo

mercoledì 28 luglio 2010

Attendendo Veronesi, nasce il Forum italiano

Ci sono date, giorni, azioni, destinate a segnare un solco importante nella storia e in essa a rimanerci, perché segnano un passaggio determinate per il futuro e il progresso di un Paese intero. La data di ieri ha segnato un passaggio importante, forse ufficialmente determinante, per la “nuclearizzazione” dell’Italia, che nel giro di un quinquennio si metterà al passo, dal punto di vista dello sviluppo economico, produttivo ed energetico, con le altre potenze europee e mondiali.

E’ nato ieri mattina il ’Forum nucleare italiano’ che riunisce imprese, università, forze sociali e associazioni; presidente è stato nominato Chicco Testa, che negli anni’80, nell’immediato del disastro di Cernobyl, appoggiò la campagna ambientalista antinucleare ma che da tempo ha modificato le sue posizioni. “Con il Forum nucleare italiano - ha spiegato Testa - nasce anche in Italia uno spazio di informazione, dialogo e collaborazione che accompagnerà il Paese in un percorso cruciale per il proprio futuro energetico, tecnologico e di sviluppo”.
Tre i principali obiettivi del Forum: contribuire alla ripresa del dibattito pubblico sullo sviluppo dell’energia nucleare in Italia; favorire la conoscenza dell’opzione nucleare; rappresentare un centro di divulgazione di una informazione tecnico-scientifica “trasparente e accessibile”.

E al d-day del “Forum nucleare” hanno partecipato i vertici dell’Enel e quelli del governo; e a rappresentare l’esecutivo vi era il ministro per l’Ambiente, ormai diventata anche per la Politica nucleare, Stefania Prestigiacomo. Il ministro è intervenuto, dicendo basta “alle crociate retoriche che non hanno permesso una discussione sul nucleare in Italia”; ora, invece, i tempi sono decisamente maturi e “ad una cultura ambientalista dogmatica si sta affiancando validamente una cultura ambientalista pragmatica”.

Per l’Italia, Stefania Prestigiacomo vede la necessità, quindi, di “scelte consapevoli che consentano il ritorno al nucleare”, con le massime garanzie di sicurezza (accordi con Francia, Slovenia e Usa), con le migliori tecnologie esistenti e con il consenso di territori informati. Da qui l’importanza del Forum, “importante perché - ha concluso - va in una direzione moderna e responsabile, soprattutto non ideologica”.

Direzione moderna e responsabile, evidentemente non combaciano con la carta d’identità del Partito democratico che ha posto lapalissiana contrarietà anche alla nomina di Umberto Veronesi, ex ministro della Salute “prodiano”, alla presidenza dell“Agenzia sulla sicurezza nucleare. Nomina su cui è ritornata la Prestigiacomo, che ribadisce l’amarezza sua e del governo per ” le reazioni scomposte a a scelta bipartisan nella direzione di una figura autorevole di indiscutibile esperienza“. In merito alla nascita del Forum nucleare italiano Prestigiacomo ha parlato di una ”iniziativa importante“ che vede come presidente un ex ambientalista e ex presidente di Legambiente, Chicco Testa, ”che ha cambiato idea sul nucleare“.

Fonte: L'Opinione

martedì 27 luglio 2010

La Dottrina sociale della Chiesa e l'energia nucleare

È questo il tema trattato dall'Arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi concludendo i lavori del Convegno organizzato dalla Sogin "La sicurezza nucleare: un bene comune" tenutosi a Trieste venerdì 16 luglio.

Nel suo intervento di chiusura l'Arcivescovo Giampaolo Crepaldi che è anche Presidente dell'Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, ha risposto alla fatidica domanda: La dottrina sociale della Chiesa condanna l'energia nucleare?

Lo ha fatto in tre tempi. Prima di tutto ricordando che «la Santa Sede è tra i fondatori dell’AIEA, l’agenzia dell’ONU per l’energia nucleare e che lo Statuto di questo organismo, accettato anche dalla Santa Sede quale membro fondatore, dice che l’energia nucleare è un diritto inalienabile per lo sviluppo economico e sociale».

In secondo luogo l'Arcivescovo ha sottolineato che «la Santa Sede ha sempre condannato l’uso militare dell’energia nucleare e, dando il proprio contributo ai Trattati di non proliferazione delle armi nucleari di cui ha chiesto innumerevoli volte il progressivo smantellamento fino alla loro eliminazione totale, ha anche ribadito ripetutamente la necessità di utilizzare in favore dello sviluppo dei paesi poveri le risorse energetiche che derivano dall’attuazione dei trattati sul disarmo nucleare. Questa posizione è stata per esempio affermata recentemente da Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata mondiale della Pace del 2006». Infine egli ha ricordato quanto affermato dal Cardinale Renato Raffaele Martino, allora presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace:

"Perché precludere l’applicazione pacifica della tecnologia nucleare? Assicurata la sicurezza degli impianti e dei depositi; regolati in maniera severa la produzione, la distribuzione e il commercio di energia nucleare, mi sembra vi siano i presupposti per una politica energetica «integrata», che contempli quindi, accanto a forme di energia pulita, anche l’energia nucleare».


Questo articolo è tratto da Vanthuanobservatory, dove è possibile accedere anche alla versione integrale dell’intervento del Mons. Crepaldi.

lunedì 26 luglio 2010

Nasce il Forum, annunciato sul blog di Chicco Testa

Si annuncia la costituzione del Forum Nucleare Italiano, associazione non profit nata per la volontà di alcune imprese interessate a partecipare al nuovo programma nucleare italiano e convinte che questo debba accompagnarsi da un forte impegno di comunicazione dopo anni di “vuoto informativo”. Il Forum si propone come soggetto attivo nel dibattito pubblico sulla rilevanza dell’opzione nucleare nel mix di energie pulite e CO2 free.

Chicco Testa, come si legge dal suo blog è stato chiamato a presiedere il Forum: “… questa carica, sostanzialmente, mi porterà a proseguire, seppure in un modo più formale, la mia attività di sensibilizzazione e divulgazione sull’energia nucleare con lo stesso spirito e apertura con i quali ho cercato di farlo in questi 18 mesi di vita del blog. Il cui valore e riuscita si misurano principalmente nella qualità dei vostri commenti. Newclear non chiude i battenti, ma diventa uno degli elementi delle attività di comunicazione del Forum che ha come riferimento gli organismi analoghi operativi negli altri paesi: Belgio, Spagna, Svizzera, Germania, Usa, Svezia. Cercherò di mantenerlo libero ed informale come è stato in questi mesi.”


La conferenza stampa di presentazione si terrà a Roma, martedì 27 luglio ore 11.00 a Palazzo Marini.

Newclear.it

venerdì 23 luglio 2010

La Spagna prolunga l’attività di un’altra centrale

Anche la centrale di Vandellós II, in Catalogna, ha avuto il via libera dal governo spagnolo per continuare l'attività: la licenza, in scadenza il 26 luglio, è stata prorogata almeno fino al 2020.

La decisione era attesa, dopo che a giugno un'analoga proroga era stata concessa ai due reattori nucleari della centrale di Almaraz, nell'Extremadura (Ovest del Paese). Il governo conferma dunque la tendenza a favore del prolungamento della vita delle centrali, con un cambio di rotta netto rispetto alle posizioni antinucleariste che aveva espresso in precedenza.

Nel 2008 infatti, il governo socialista di José Luis Rodriguez Zapatero aveva annunciato l'uscita della Spagna dal nucleare, promettendo di investire tutto sulle fonti rinnovabili. Da allora, però, la linea politica si è pian piano ammorbidita, e le centrali in funzione dureranno almeno fino agli anni Venti.

Per quanto riguarda la costruzione di nuove centrali, il governo è invece più cauto, affermando che spetta alle società elettriche la decisione di chiedere permessi per altre centrali.

La centrale di Vandellós II, inaugurata nel 1987, appartiene al 72% all'Endesa, società spagnola controllata dall'Enel. In tutto l'Endesa partecipa a 7 degli 8 reattori spagnoli e in totale controlla il 47% della capacità nucleare spagnola.

Fonte: Nuclear News

giovedì 22 luglio 2010

Energia nucleare, l’Italia riparte

Di seguito un estratto dell’articolo a firma di Luciano Caglioti pubblicato sul Il messaggero del 22 luglio.

In questi giorni ha raggiunto il porto di Napoli una portaerei a propulsione nucleare, dotata di due centrali nucleari che le conferiscono un'autonomia di ben 50 anni, durante i quali potrebbe navigare senza mai fermarsi per fare rifornimento. Accoglienza festosa, curiosità, e forse un motivo di riflessione per tutti coloro che si oppongono al nucleare civile e magari abitano a pochi metri da dove ha buttato gli ormeggi un bestione del genere.

Questo aggiunge paradosso a paradosso, soprattutto strappa tutti i veli su un interrogativo di fondo che qualsiasi italiano di buon senso si fa: la tecnologia nucleare sia sui rendimenti sia sulla sicurezza ha fatto passi da giganti, al punto che al mondo sono in azione centrali situate in zone densamente abitate ed anche all'interno di talune città. Eppure importiamo a caro prezzo energia dall'estero, rinunciando a produrcela qui da noi come potremmo benissimo fare.

Qual è il mare oscuro del nostro Paese che usa i prodotti della tecnologia, come per l'appunto l'energia nucleare, ma rifiuta di prodursela? Eppure, siamo alla disperata ricerca di posti di lavoro, competitività, di fare come tutti nel mondo industrializzato. Non solo, ma per l'Italia l'energia nucleare è qualcosa di familiare, visto che con i ragazzi di via Panisperna e con il Cnen (Comitato Italiano energia nucleare) di Felice Ippolito siamo stati tra i primissimi ad attivarci negli usi pacifici dell'energia atomica. Realizzando con le nostre imprese fra i primi al mondo tutta una serie di reattori. Dopo parecchi decenni di stasi, nei quali non si è utilizzato tutto un comparto scientifico e tecnologico e si sono trasferiti a Paesi esportatori di energia, occupazione, competenze, esperti, sembra che oggi si possa finalmente ripartire. Scetticismo e tentativi di veto, anche se non del tutto assenti sono in diminuzione, ed à l'industria che si sta attivando. In un autorevole "speciale" 24 Ore del 14 luglio riporta gli echi di un approfondito studio a livello industriale, conseguente all'azione che il mondo dell'industria sta intraprendendo. Infine, il risveglio nucleare potrebbe attivare fino a 20.000 posti di lavoro: posti ad alto tasso di innovazione, esattamente quello che ci vuole per rialzare la testa nella ricerca e nelle tecnologie.

mercoledì 21 luglio 2010

Nucleare in Italia: otto reattori entro il 2019

L'Italia potrebbe avere otto reattori nucleari di nuova generazione in esercizio per il 2019, e non è escluso che comprendano anche il modello americano AP1000. Lo ha detto a Washington il sottosegretario al Lavoro, Stefano Saglia, a margine del forum internazionale organizzato dall'amministrazione Obama sull'Energia Pulita.

«Stiamo consolidando - ha detto Saglia - il nostro interesse verso tecnologie complementari. L'Italia è orientata ad avere quattro centrali da 1.600 megawatt, e accordi in tal senso sono avviati tra Enel e la francese Edf per centrali Epr. Ma non chiudiamo ad altre opzioni».
Come appunto quella dell'AP1000, tecnologia americana prodotta all Westinghouse Electric Company di Pittsburgh, che la delegazione italiana visiterà oggi. Visiteranno il reattore di Pittsburgh sia il sottosegertario Saglia, sia la delegazione del ministero dell'Ambiente guidata dal ministro Stefania Prestigiacomo. «Diciamo che si consolida l'interesse italiano verso tecnologie più piccole e complementari a quelle francesi» ha detto Saglia.

Alla luce di questa impostazione, secondo il sottosegretario l'Italia potrebbe «essere nucleare» per il 2019. «Entro il 2013 completeremo le fasi autorizzative - ha precisato - e le nuove otto centrali potrebbero essere in esercizio nel 2019. Le prime difficoltà politiche sono state superate. Le centrali saranno fatte d'intesa con le Regioni. Ovviamente ci sarà da costruire un consenso, ma la via imboccata è chiara.

Sicuramente - ha concluso - chi ospiterà le centrali avrà vantaggi economici e forniture di energia gratuite. Diciamo che la prima lampadina è stata accesa».
L'Italia potrebbe «posare la prima pietra» di un suo sistema nucleare «entro due-tre anni» ha detto l ministro per l'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, a margine della conferenza stampa tenuta con il segretario americano dell'Energia, Steven Chu, nell'ambito del forum al quale hanno partecipato 24 ministri dell'Ambiente.
L'energia pulita è il tema del futuro - ha spiegato Prestigiacomo - e per affrontarlo bisogna prendere in considerazione anche l'ipotesi nucleare. Da questo punto di vista, l'Italia è negli Stati Uniti «per conoscere e capire», nell'ottica di definire una via italiana al nucleare.

«Stiamo procedendo - ha detto il ministro Prestigiacomo -. Abbiamo impiegato due anni per far partire l'Agenzia per la Sicurezza, ma direi che adesso siamo lì. Entro due, massimo tre anni potremo posare la prima pietra di una nuova centrale». I problemi non mancano, primo fra tutti la scelta dei siti, ma il ministro ha precisato che «non è competenza del Governo scegliere i siti. Il Governo sceglie i criteri di fondo a cui una centrale deve attenersi, ma saranno poi i privati a fare proposte. Purtroppo in Italia c'è molta confusione sul nucleare».

martedì 20 luglio 2010

Le centrali americane a prova di sicurezza

Le centrali nucleari degli Stati Uniti sono sicure, a prova non solo di incidenti ma anche di eventuali attacchi terroristici. È la conclusione della Nuclear Regulatory Commission (NRC) sulla base di 179 ispezioni condotte nel 2009. Fra le ispezioni, 24 sono state condotte con la simulazione di un attacco da parte di un gruppo terroristico intenzionato a distruggere o danneggiare una componente essenziale dell'impianto.

In tutto la NRC ha riportato 180 segnalazioni, di cui 168 di «rilevanza molto bassa» e i restanti 12 di «rilevanza da bassa a moderata»: nessuna segnalazione è stata classificata di «rilevanza sostanziale» o «alta». In ogni caso, per ogni segnalazione la NRC ha chiesto alle società che gestiscono gli impianti di apportare le modifiche opportune.

Secondo il rapporto della NRC, i punti di forza della sicurezza sono gli ottimi risultati registrati nei settori dei controlli di accesso, delle autorizzazioni, dei sistemi di protezione, dal controllo dei materiali e della risposta ad azioni estemporanee.

Le ispezioni rientravano nel programma annuale della NRC per la sicurezza nucleare. «Valutare con regolarità la sicurezza delle centrali nucleari è un aspetto cruciale del ruolo della NRC nella protezione della salute pubblica. Questo rapporto dovrebbe rendere chiaro a tutti il forte impegno che mettiamo per assicurare la sicurezza della nostra industria nucleare», ha commentato il presidente della NRC Gregory Jaczko.

Fonte - Nuclear News

lunedì 19 luglio 2010

Una maratona in nome dell'energia nucleare

È proprio il caso di dire "di corsa verso il nucleare"! La Spagna accoglie per la prima volta laXV Maratón Nuclear che da 15 anni si tiene in differenti paesi con l'obiettivo di rinnovare il sostegno all'energia nucleare. Scopo dell'edizione del 2010 è anche quello di difendere la continuità del funzionamento della centrale nucleare di Santa Maria de Garona; per questo motivo, la maratona passerà il 17 settembre per Burgos e Segovia, fino ad arrivare il 25 a Madrid.

Questa iniziativa è promossa e organizzata da WONUC, il consiglio mondiale dei lavoratori sul nucleare. Questa associazione, con più di tre milioni di affiliati in 33 paesi, sostiene questa iniziativa ogni anno, dal 1996.

giovedì 15 luglio 2010

Usa, ondata di calore: centrali nucleari evitano i blackout

Se gli italiani stanno soffrendo il caldo, in America la situazione è ancora più pesante: nella prima settimana di luglio un'eccezionale ondata di calore con temperature record ha colpito la costa orientale degli Stati Uniti, la zona più densamente popolata del Paese.

Eventi estremi di questo tipo creano spesso le condizioni per possibili blackout e oscuramenti parziali, a causa del maggiore uso di aria condizionata nelle abitazioni e negli uffici.

In questo caso il rischio è stato scongiurato grazie alla grande dotazione americana di centrali nucleari: 104 reattori, che proprio in questi giorni, come ha fatto sapere il Nuclear Energy Institute (NEI), hanno retto all'emergenza con una prestazione all'altezza.

Fra il 4 e il 7 luglio, con due reattori fermi per manutenzione e rifornimento di combustibile, i 102 reattori disponibili hanno lavorato a tutta potenza: in media al 97% della capacità, con ben 85 reattori su 102 al 100% per tutta la settimana. A pieno regime, insomma: quello che nel caso dei combustibili fossili si definirebbe "a tutto gas", con la differenza che il nucleare non comporta un aumento delle emissioni di anidride carbonica. I dati sull'attività di ogni centrale per ogni giorno dell'anno si possono consultare sul sito della Nuclear Regulatory Commission (NRC).

«L'affidabilità degli impianti nucleari, non solo per l'economia nazionale, ma anche per la climatizzazione delle abitazioni e degli uffici in condizioni estreme, si è dimostrata decisiva per la tenuta della nostra rete elettrica», ha spiegato Alex Marion, vicepresidente del NEI per le operazioni nucleari.

I 104 reattori, dislocati in 31 dei 50 Stati, fanno degli Stati Uniti il primo Paese al mondo per la produzione di energia nucleare: la capacità complessiva di 100.755 MW è sufficiente per soddisfare il fabbisogno elettrico di 60 milioni di americani.

Da Nuclear News

mercoledì 14 luglio 2010

A proposito del "benedetto nucleare"...

Ho deciso di riportare in questo blog una lettera che, inviata all'Unità, non è mai stata pubblicata dal giornale. In questo modo spero di condividere con chi mi legge quello che la redazione della testata giornalistica ha deciso di tacere.


Caro Direttore,
ho letto con curiosità l'articolo "Benedetto nucleare" pubblicato il 6 luglio dal vostro giornale. E ho avuto la piacevole sorpresa di constatare che il Vaticano, su questo tema, si dimostra più laico e "illuminista" di tanta sedicente sinistra.

Ricorda infatti il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, cardinale Renato Raffaele Martino, citando l'enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI, che la Santa Sede "è favorevole e sostiene l'uso pacifico dell'energia nucleare, mentre ne avversa l'utilizzo militare".

Esattamente quello che sostiene il presidente democratico degli Stati Uniti Barack Obama che mentre prepara il rilancio del nucleare (e delle fonti rinnovabili) nel suo paese promuove lo smantellamento degli arsenali atomici mondiali. Trasformare tutto questo in una banale manovra pubblicitaria mi pare quantomeno riduttivo.

Mi sono procurato e ho letto con attenzione il semplice opuscolo di cui parla l'articolo.

Non vi ho trovato nulla di diverso da quanto sostengono personalità sicuramente democratiche come il Nobel ministro per l'Energia degli Stati Uniti Stephen Chu, l'ex premier laburista britannico Gordon Brown, ambientalisti storici come John Lovelock. E, per venire a casa nostra, personalità della scienza come il grande fisico Carlo Bernardini, l'oncologo e sentaore Pd Umberto Veronesi, l'astrofisica Margherita Hack: se vogliamo davvero combattere il cambiamento climatico e ridurre la nostra dipendenza dagli idrocarburi (vedi marea nera nel Golfo del Messico e i ricatti della Russia nelle forniture di gas ai paesi dell'ex Unione Sovietica e all'Europa) non possiamo fare a meno del nucleare. Eolico e solare da soli non bastano.

Stupisce invece, spiacevolmente, vedere l'Unità e una parte dell'opinione pubblica di sinistra, sposare senza riserva una posizione che demonizza i progressi della scienza (le centrali di terza generazione non hanno nulla a che fare con quelle di Chernobyl) e dipingere chi esprime posizioni diverse dalle proprie come corrotto e in malafede.

Cordiali saluti.

martedì 13 luglio 2010

L'Africa si prepara ad entrare nel club del nucleare

La Coppa del Mondo ha fatto sì che negli ultimi mesi si parlasse molto del continente africano, della sua cultura e situazione socio-economica. Scommetto però che molti ancora non sanno che in Africa ci sono ben undici reattori nucleari operativi in sette paesi diversi. Non tantissimi, ma più di quanto si potrebbe immaginare.

I paesi ‘nucleari’ sono: Algeria, Egitto, Ghana, Libia, Marocco, Nigeria e Sud Africa. I padroni di casa del campionato mondiale appena finito hanno 3 reattori: uno di ricerca e due ad acqua pressurizzata. Algeria ed Egitto hanno due reattori a testa, mentre gli altri un reattore ognuno. Per il momento, ad eccezione del Sud Africa, si tratta di reattori di ricerca che non producono elettricità. Ma la situazione cambierà in modo significativo nei prossimi 20 anni.

Le nazioni sopra elencate, ad eccezione di Ghana e Libia, hanno partecipato all’International Conference on Access to Civil Nuclear Energy, tenuta a marzo a Parigi. I loro ministri hanno ribadito l’interesse a sviluppare ed espandere il settore dell’energia nucleare. Questi e altri stati africani stanno studiando l’opzione nucleare con la IAEA (International Atomic Energy Agency) o con trattati bilaterali. Negli ultimi due anni, per esempio, Algeria, Libia, Tunisia ed Egitto hanno firmato o riattivato degli accordi con la Francia per l’assistenza, ricerca e promozione del nucleare nella produzione elettrica nazionale.

“L’energia nucleare si conferma sempre più come alternativa attuabile ai combustibili fossili, che sono molto inquinanti” ha affermato il Ministro per l’Energia del Marocco. “La nostra produzione energetica si basa sull’energia termica prodotta dai combustibili fossili, ed è stata colpita duramente dalla volatilità dei prezzi. Credo che le fonti alternative di energia, e il nucleare in particolare, avranno un ruolo fondamentale nel futuro” ha riferito il Ministro per l’Energia del Senegal. Queste sono alcune delle dichiarazioni ufficiali raccolte da Keith Campbell, inviato del governo francese alla Conferenza Internazionale sull’Accesso al Nucleare Civile.

Fonte Engineeringnews

lunedì 12 luglio 2010

Il Piemonte dice sì al nucleare

In ordine sparso, un po' qua e un po' là, le amministrazioni locali disposte ad accogliere una centrale nucleare sul proprio territorio stanno piano piano uscendo allo scoperto. Dopo una prima apertura da parte di alcuni esponenti dell'Emilia Romagna a giugno, ora è il Piemonte a dichiararsi pronto a ospitare una centrale.

È stato proprio l'assessore regionale all'ambiente, Roberto Ravello, a chiarire esplicitamente questa possibilità: «Il Piemonte non può che pensare di mettersi a disposizione per fare la propria parte», ha affermato intervenendo alla presentazione del decimo rapporto sull'ambiente dell'Arpa Piemonte. Ravello ha aggiunto di «non avere timori per il fatto che la nostra Regione possa aprirsi al nucleare».

Secondo l'assessore «è inaccettabile che il Piemonte possa solo subire i rischi dell'attività delle centrali francesi e svizzere e non i benefici derivanti dalla costruzione di impianti di ultima generazione con le più ampie garanzie di tutela per il territorio e la popolazione».

L'apertura del Piemonte era stata preannunciata dalla decisione da parte della nuova giunta regionale di ritirare il ricorso contro la delega al Governo in materia di nucleare che aveva presentato insieme ad altre 10 Regioni alla Corte Costituzionale (che lo ha respinto).

Il Piemonte è sempre stata una Regione protagonista del nucleare italiano: nel 1965 la centrale di Trino Vercellese è stata terza in Italia a entrare in attività; Saluggia, sempre in provincia di Vercelli, è stata scelta come sede prima del reattore sperimentale Avogadro e poi del deposito temporaneo di combustibile irraggiato.

Da Nuclear News

venerdì 9 luglio 2010

Nasce l’Agenzia per la sicurezza Nucleare

Con lo Statuto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, parte l’Agenzia per la sicurezza nucleare. Un altro passo è stato dunque compiuto sulla strada che condurrà il nostro paese verso un clamoroso ritorno alla produzione di energia nucleare. Con un emendamento all’interno della legge attualmente in discussione alla Camera sono state stabilite “finalità e compiti istituzionali” del nascente organismo.

Lo statuto, composto da 2 articoli, chiarisce all’articolo 1 che la nuova Agenzia altro non è che un ”Ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e di autonomia tecnica, scientifica, amministrativa e contabile e soggetto al controllo della Corte dei Conti”.

L’Agenzia – prosegue il testo – ”svolge le funzioni e i compiti di autorità nazionale unica per la regolamentazione tecnica, il controllo e l’autorizzazione delle attività concernenti gli impieghi pacifici dell’energia nucleare, detenzione, il trattamento, il condizionamento, il trasporto, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi”. Altro compito riguarda ”la gestione dei materiali nucleari provenienti sia da impianti di produzione di elettricità sia da attività mediche, industriali e di ricerca, la protezione dalle radiazioni, la protezione fisica passiva degli impianti e delle materie nucleari, nonchè le funzioni e i compiti di vigilanza sulla costruzione, l’esercizio, lo smantellamento a fine vita e la salvaguardia degli impianti e dei materiali nucleari, comprese le loro infrastrutture e la logistica”.

L’Agenzia dovrà anche gettare uno sguardo all’Europa e preoccuparsi dello ”svolgimento degli adempimenti derivanti dagli obblighi internazionali assunti dall’Italia sulle salvaguardie per le materie prime nucleari degli impianti e dei materiali nucleari” e curerà ”ogni iniziativa utile alla corretta, continua e tempestiva informazione della popolazione circa la sicurezza dell’impiego dell’energia nucleare a fini civili”. Infine, il nascente organismo dovrà mantenere e sviluppare relazioni con le agenzie straniere e con le istituzioni ed organizzazioni di altri Paesi che si occupano della materia.

Fonte

giovedì 8 luglio 2010

“Sul nucleare hanno diritto di cittadinanza tutte le opinioni…

... ma se ne deve parlare senza preconcetti ideologici”. A dirlo è Roberto Ditri, vicepresidente di Confindustria Vicenza, in occasione di un confronto avvenuto ieri con i francesi sulle questioni energetiche del nucleare.
"Il recente disastro ambientale nel Golfo del Messico sta per altro a dimostrare gli elevati rischi che si corrono anche con le fonti energetiche più tradizionali». Già, energia e rischio sono due concetti che viaggiano a braccetto. Così come viaggiano a braccetto energia e opportunità. Ne sa qualcosa la Francia, «un paese - ricorda sempre Ditri - che al nucleare deve quasi l'80 per cento dell'energia che consuma». E sono stati proprio gli esponenti francesi di Bourgogne Developpement, di Agence francaise pour les investissements internationaux, di Edf che ieri sono stati invitati da Confindustria Vicenza a raccontare la propria esperienza.

Un coordinamento tra Francia e Italia, facilitato anche dal recente sviluppo in ricerca e investimenti sul nucleare avviato da Enel. «Abbiamo già perso occasioni importanti - ha detto Gianni Zonin, presidente della Banca Popolare di Vicenza - ma siamo ancora in tempo per recuperare. Il costo dell'energia è un fattore determinante per la competizione delle nostre imprese sui mercati e credo che gli investimenti previsti per il nucleare in Italia vadano nella giusta direzione».
Già, gli investimenti. Al di là delle considerazioni di stampo puramente energetico, non va dimenticato che questo, per l'economia, è un momento nero. Il fatto che a Vicenza sia già presente una filiera di industrie che, da decenni, hanno acquisito una competenza specifica nel nucleare autorizza a immaginare un forte impulso nel momenti in cui partirà l'opzione-Italia.

«Si parla di investimenti complessivi di circa 30 miliardi per i prossimi anni - ha ricordato Massimo Carboniero, coordinatore del Club dell'Energia di Confindustria Vicenza - per attuare il programma nucleare in Italia. Questo vuol dire che ci sarà una grande domanda di prodotti e servizi qualificati provenienti dal settore della meccatronica, punto di forza dell'industria veneta e vicentina. A Vicenza, in particolare, il settore meccanico è il più rappresentativo con circa 2.700 unità produttive. Ecco, io penso che le aziende battistrada del nucleare, le venti vicentine che già da tempo collaborano per la realizzazione di centrali nucleari in giro per il mondo, potrebbero fare da catalizzatrici dello sviluppo futuro».

Fonte: Il Giornale di Vicenza

mercoledì 7 luglio 2010

Go4nuclear's Blog, i pensieri di una giovane laureanda

Alexis Kaplan è tra gli 11 studenti (di cui due donne, lei compresa) che sta per laurearsi in ingegneria nucleare presso la prestigiosa University of California, Berkeley. Ha aperto un blog perché gran parte della “letteratura dedicata al nucleare” è scritta in un linguaggio complesso che la gente comune fatica a capire. Così, tramite il web ha creato uno spazio dove le persone possono discutere informalmente e conoscere i fatti, non le opinioni, riguardo i vantaggi del nucleare.

In uno dei suoi ultimi post, Alexis smonta punto per punto un articolo pubblicato nel blog anti-nuclearista Nuclear Reaction ospitato da Greenpeace con esempi e fatti tratti da fonti autorevoli esterne, reperibili e consultabili grazie ai link e le pubblicazioni elencati, a differenza delle opinioni espresse nel blog che rimandano ad ulteriori siti e blog gestiti da Greenpeace. Sintetizzo i punti che lei spiega in modo chiaro, conciso e referenziato. Per gli approfondimenti rimando direttamente al suo blog:

1)Il nucleare è sicuro: gli impianti nucleare sono talmente regolamentati che hanno dei record di sicurezza impeccabili. Il 90% delle scorie radioattive può essere riciclato, un processo già attivo in vari paesi del mondo, che limita la radioattività dei rifiuti a qualche centinaio di anno, e non a migliaia di anni.

2)Il nucleare, dopo i costi iniziali per la costruzione e ottenimento permessi, è economico e competitivo. Gli impianti diventano redditizi in pochi anni e forniscono un tipo di energia fra le più economiche. Basta pensare che i costi per la produzione elettrica nel 2008, in centesimi di dollaro per kWh sono stati: 2.75 per il carbone, 8.09 per il gas, 17.26 per il petrolio, 1.87 per il nucleare. Il fatto che nel mondo ci siano tanti impianti in via di costruzione (almeno 56 nel gennaio 2010) e di progettazione dimostra che il nucleare è un investimento positivo.

3)Il nucleare è affidabile: basta vedere i numeri. Nel 2009, 13 unità americane hanno generato più di 10 miliardi kWh di elettricità. E la tecnologia non fa altro che migliorare.

martedì 6 luglio 2010

Il Nucleare il senso del “boicottaggio”


Nel suo blog (The Week in Nuclear) John Wheeler, ingegnere impegnato nell’industria nucleare, racconta un curioso aneddoto sul boicottaggio di imprese e celebrità che si oppongono all’uso pacifico nel nucleare. L’idea per questo post gli è venuta mentre parlava con alcuni amici sul disastro ambientale nel Golfo del Messico e sull’efficacia o meno di boicottare la BP.

Secondo Wheeler, il boicottaggio ha senso solo quando si ha un’alternativa da sostenere: per questo spesso critica i gruppi “ambientalisti” come Greenpeace e Friends of the Earth, che sembrano essere contro tutto e tutti senza però fornire alternative.

E racconta di quando, vari anni fa, la catena Ben & Jerry’s aprì una delle prime gelaterie proprio vicino a casa sua. Per Wheeler, il loro gelato divenne un rituale. Col passare del tempo l’impresa B&J è cresciuta e i suoi fondatori si sono attivati nella politica del Vermont a favore di gruppi schierati contro la centrale nucleare Vermont Yankee.

Vedendo che ogni porzione di gelato comprata finanziava gli sforzi di coloro che volevano chiudere l’unica centrale nucleare del Vermont, Wheeler smise di andare da B&J’s. Probabilmente questa compagnia non si rendeva conto che, senza la Vermont Yankee, l’elettricità usata per produrre il gelato sarebbe dovuta arrivare necessariamente dai combustibili fossili, contribuendo all’inquinamento atmosferico. Così, se il gelato significava sostenere l’utilizzo del petrolio, Wheeler preferì rinunciare al suo rituale e scegliere altre gelaterie!

Wheeler ha anche smesso di guardare i film e le apparizioni televisive di Alec Baldwin e Kim Basinger, sostenitori di un progetto lobbista anti-nucleare che produce vari rapporti privi di base scientifica e cerca di chiudere due centrali molto importanti.

lunedì 5 luglio 2010

La Spagna si affida al nucleare: i dieci punti del si











Le emissioni di CO2 in Spagna superano del 35% il limite di emissioni dettato dal protocollo di Kyoto. Senza le centrali nucleare, si arriverebbe al 50%.

Navigando in Rete, ho trovato un blog spagnolo scritto da professionisti che lavorano in diversi ambiti, interessati all'ambiente e alla salvaguardia dello stesso. Sostengono il nucleare, quali scelta obbligata per ridurre l'emissioni di CO2, assicurare il fabbisogno energetica e per almeno altri 10 motivi. Di seguito ecco le loro ragioni del Si al nucleare:

1)Las centrales garantizan el suministro eléctrico
Le centrali nucleari garantiscono energia 24 ore al giorno, 365 giorni l'anno. Gli otto reattori nucleari spagnoli producono il 18% di elettricità

2) Reducen la dependencia exterior
La Spagna importa più dell'80% delle materie prime che consumiamo (carbone e gas) una cifra molto importante nel panorama europeo. Il funzionamento del nucleare in Spagna non dipende da nessuna importazione: disponiamo del combustibile necessario per sostenere tutti i reattori spagnoli

3) No emiten gases de efecto invernadero y ayudan a cumplir Kioto
Grazie agli 8 reattori nucleari spagnoli evitiamo di immettere nell'atmosfera 40 milioni di tonnellate di CO2 all'anno.

4) Son seguras
Non c'è nessun altro impianto industriale che presenta un livello di sicurezza così alto come quello del nucleare.

5) Son competitivas
L'impiego di energia prodotta dal nucleare ci aiuta a contenere i prezzi dell'elettricità.

6) Son fuentes basadas en la tecnología más puntera
La tecnologia del nucleare si basa su un’industria altamente qualificata, in continuo evolversi nel panorama internazionale

7) Generan empleo
L'industria nucleare fornisce lavoro a 30.000 persone in Spagna.

8) "El problema de los residuos tiene solución"
Il problema delle scorie ha una soluzione. In Spagna, le scorie radioattive (quelle di terzo grado) costituiscono meno di una millesima parte dei rifiuti tossici e pericolosi.

9)Los mayores países del mundo apuestan por la energía nuclear
La maggior parte dei paesi del mondo scommette sul nucleare. Attualmente ci sono 436 reattori che producono 17% di elettricità mondiale. 47 sono in costruzione e altri 200 in progettazione.

10)Son absolutamente necesarias
Non possiamo fare a meno del nucleare. L'energia nucleare garantisce elettricità inquinando meno e riducendo l'emissione di CO2.

venerdì 2 luglio 2010

Pop Atomic Studios

Un gruppo di artisti americani lavora per sostenere l'impiego civile dell'energia nucleare. Il loro obiettivo, come si legge sul sito (assolutamente da non perdere) è quello di creare nuove immagini e icone che invitano gli spettatori a esaminare meglio la prospettiva dell’energia nucleare come una soluzione alle questioni energetiche, ambientali ed economiche che stiamo affrontando.

Inoltre forniscono disegni e icone rappresentatni il nucleare pulito per conto di agenzie, studenti e individui che lavorano nel settore energetico. I loro disegni e manifesti sono molto intelligenti e fatti bene. Non solo, si impegnano anche a creano giochi e distribuiscono materiale informativo - educazionale per isnsegnare alle nuovissime generazioni come funziona il nucleare.

Per un futuro di energia pulita.
Il sito PopAtomic

giovedì 1 luglio 2010

Visita a Flamanville

Realizza a casa fusione nucleare

In America un informatico esperto di web ha realizzato una piccolissima centrale nucleare in casa, riproducendo da solo la fusione nucleare. Mark Suppes, che di mestiere sviluppa pagine web per Gucci, è appena diventato la 38esima persona a riuscire a creare una reazione nucleare.

L'esperimento è su piccolissima scala e l'energia prodotta è sufficiente appena a creare qualche bolla in un gel, senza nessun pericolo di esplosioni o di perdite di radioattività.

Da Huffingtonpost