venerdì 5 novembre 2010

Conflitti di interesse “ecologici”

Con l’annuncio del ritorno al nucleare dell’Italia sono ricominciate puntualmente polemiche e proteste di vario genere. Scene già viste in tanti altri casi, dalla questione del surriscaldamento globale all’emergenza rifiuti.

Documentandomi in rete, ho letto da più parti che spesso tutte queste battaglie non sono poi così “limpide” e disinteressate come si vuole far credere: in alcuni casi i protagonisti, come si dice, “predicano bene e razzolano male”. Mi spiego: poco tempo fa ho trovato un articolo, corredato da link e fonti, che parlava proprio degli “affari” della principale associazione ambientalista di casa nostra, Legambiente.

Mi limito a citare qualche esempio: in passato l’associazione ha protestato contro la centrale Turbogas a Pontinia, ma “stranamente” non contro quella di Modugno (Puglia), che doveva essere costruita da Sorgenia (operatore privato dei settori energia elettrica e gas). Un comportamento quantomeno poco coerente, dato che si tratta di impianti dello stesso tipo. Ebbene, proprio Legambiente possiede il 10% delle azioni di questa società. Dimostrazione di come, nel caso della struttura pugliese, l’associazione che si batte per la tutela dell’ambiente abbia evidentemente in gioco interessi di altra natura.

Non finisce qui: Legambiente e Sorgenia fanno parte entrambe del Kyoto Club, no-profit che, insieme all’associazione ambientalista e ad Ambiente Italia, è comproprietaria della società srl Azzero CO2. Una delle attività di questa società è la compravendita di C.a.r.b.o.n. C.r.e.d.i.t. , certificati di credito di emissioni di CO2: si tratta di un sistema ideato per “compensare” le emissioni di CO2 prodotte dalle nostre attività. In parole povere, ciascuno di noi può pagare dei “credit” di valore variabile in base alla quantità di CO2 generata. Soldi che vanno a finanziare progetti, soprattutto in paesi in via di sviluppo, che dovranno assorbire tanta anidride carbonica quanta ne è stata emessa in più. Che significa tutto questo discorso? Che da un lato Legambiente lotta per la riduzione delle emissioni di CO2, dall’altro è direttamente coinvolta in questa compravendita: un conflitto d’interessi “ecologico”, si può definire.
Ma se a muovere le battaglie di Legambiente sembra esserci qualche interesse economico, si potrebbe sollevare qualche dubbio anche sul fatto che l’associazione sia completamente “apartitica”, così come si legge sul suo sito. Scorrendo l’elenco dei presidenti, è difficile trovare qualcuno che non abbia avuto a che fare con la politica. Si può ancora affermare con certezza che i partiti siano totalmente estranei all’associazione?

Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma, a mio parere, prima di sposare una causa e fare una protesta, bisognerebbe conoscerne bene le ragioni e le logiche che sono alla base.
Anche quando una battaglia sembra completamente disinteressata e animata dai più nobili ideali.

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