giovedì 25 novembre 2010

Il Codice nucleare

Un programma nucleare, per la sua stessa natura tecnologica, non può essere portato avanti in un Paese senza tenere conto delle esperienze all'estero. E questo vale anche a livello normativo: si sentiva quindi la mancanza di uno strumento che contestualizzasse la regolamentazione italiana nel panorama internazionale.

Questa lacuna è stata colmata dal Codice dell'energia nucleare, curato da Pietro Maria Putti, subcommissario Enea, e presentato il 23 novembre a Roma, al Ministero dello sviluppo economico.

Il volume contiene tutta la normativa, sia italiana sia straniera, in materia di energia nucleare, dalle prime fasi autorizzative fino allo smaltimento delle scorie e allo smantellamento degli impianti.

«Questo Codice dimostra che non ci dobbiamo inventare nulla, ma dobbiamo immaginare il ritorno al nucleare italiano come un tassello del nucleare mondiale», ha commentato Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico, intervenendo alla presentazione. Secondo Saglia, il Codice dovrebbe diventare un manuale sia per l'Agenzia italiana per la sicurezza sia per le Regioni e gli enti locali.

«La cosa che mi ha colpito di più di questo manuale è vedere che le norme internazionali sono molte di più di quelle nazionali. Quindi ritornare al nucleare italiano vuol dire recepire tutte queste direttive. Questo per noi è una garanzia», ha affermato poi Francesco Giorgianni, responsabile per gli affari istituzionali di Enel.

Secondo Giorgianni, bisogna accelerare per l'integrazione europea anche per quanto riguarda l'energia nucleare: «Dovremo arrivare ad un'unica Autorità europea per il nucleare, così come è ora per l'Autorità per l'energia elettrica e il gas». «Il sogno di tutti i nuclearisti è che si arrivi a norme di sicurezza uniche» europee, ha aggiunto Bruno D'Onghia, presidente di Edf Italia.

Newclear

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