giovedì 8 luglio 2010

“Sul nucleare hanno diritto di cittadinanza tutte le opinioni…

... ma se ne deve parlare senza preconcetti ideologici”. A dirlo è Roberto Ditri, vicepresidente di Confindustria Vicenza, in occasione di un confronto avvenuto ieri con i francesi sulle questioni energetiche del nucleare.
"Il recente disastro ambientale nel Golfo del Messico sta per altro a dimostrare gli elevati rischi che si corrono anche con le fonti energetiche più tradizionali». Già, energia e rischio sono due concetti che viaggiano a braccetto. Così come viaggiano a braccetto energia e opportunità. Ne sa qualcosa la Francia, «un paese - ricorda sempre Ditri - che al nucleare deve quasi l'80 per cento dell'energia che consuma». E sono stati proprio gli esponenti francesi di Bourgogne Developpement, di Agence francaise pour les investissements internationaux, di Edf che ieri sono stati invitati da Confindustria Vicenza a raccontare la propria esperienza.

Un coordinamento tra Francia e Italia, facilitato anche dal recente sviluppo in ricerca e investimenti sul nucleare avviato da Enel. «Abbiamo già perso occasioni importanti - ha detto Gianni Zonin, presidente della Banca Popolare di Vicenza - ma siamo ancora in tempo per recuperare. Il costo dell'energia è un fattore determinante per la competizione delle nostre imprese sui mercati e credo che gli investimenti previsti per il nucleare in Italia vadano nella giusta direzione».
Già, gli investimenti. Al di là delle considerazioni di stampo puramente energetico, non va dimenticato che questo, per l'economia, è un momento nero. Il fatto che a Vicenza sia già presente una filiera di industrie che, da decenni, hanno acquisito una competenza specifica nel nucleare autorizza a immaginare un forte impulso nel momenti in cui partirà l'opzione-Italia.

«Si parla di investimenti complessivi di circa 30 miliardi per i prossimi anni - ha ricordato Massimo Carboniero, coordinatore del Club dell'Energia di Confindustria Vicenza - per attuare il programma nucleare in Italia. Questo vuol dire che ci sarà una grande domanda di prodotti e servizi qualificati provenienti dal settore della meccatronica, punto di forza dell'industria veneta e vicentina. A Vicenza, in particolare, il settore meccanico è il più rappresentativo con circa 2.700 unità produttive. Ecco, io penso che le aziende battistrada del nucleare, le venti vicentine che già da tempo collaborano per la realizzazione di centrali nucleari in giro per il mondo, potrebbero fare da catalizzatrici dello sviluppo futuro».

Fonte: Il Giornale di Vicenza

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