giovedì 15 luglio 2010

Usa, ondata di calore: centrali nucleari evitano i blackout

Se gli italiani stanno soffrendo il caldo, in America la situazione è ancora più pesante: nella prima settimana di luglio un'eccezionale ondata di calore con temperature record ha colpito la costa orientale degli Stati Uniti, la zona più densamente popolata del Paese.

Eventi estremi di questo tipo creano spesso le condizioni per possibili blackout e oscuramenti parziali, a causa del maggiore uso di aria condizionata nelle abitazioni e negli uffici.

In questo caso il rischio è stato scongiurato grazie alla grande dotazione americana di centrali nucleari: 104 reattori, che proprio in questi giorni, come ha fatto sapere il Nuclear Energy Institute (NEI), hanno retto all'emergenza con una prestazione all'altezza.

Fra il 4 e il 7 luglio, con due reattori fermi per manutenzione e rifornimento di combustibile, i 102 reattori disponibili hanno lavorato a tutta potenza: in media al 97% della capacità, con ben 85 reattori su 102 al 100% per tutta la settimana. A pieno regime, insomma: quello che nel caso dei combustibili fossili si definirebbe "a tutto gas", con la differenza che il nucleare non comporta un aumento delle emissioni di anidride carbonica. I dati sull'attività di ogni centrale per ogni giorno dell'anno si possono consultare sul sito della Nuclear Regulatory Commission (NRC).

«L'affidabilità degli impianti nucleari, non solo per l'economia nazionale, ma anche per la climatizzazione delle abitazioni e degli uffici in condizioni estreme, si è dimostrata decisiva per la tenuta della nostra rete elettrica», ha spiegato Alex Marion, vicepresidente del NEI per le operazioni nucleari.

I 104 reattori, dislocati in 31 dei 50 Stati, fanno degli Stati Uniti il primo Paese al mondo per la produzione di energia nucleare: la capacità complessiva di 100.755 MW è sufficiente per soddisfare il fabbisogno elettrico di 60 milioni di americani.

Da Nuclear News

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