mercoledì 29 settembre 2010

L'oriente e il nucleare - parte 2

Un altro importante mercato del nucleare sarà il Medio Oriente. Gli Emirati hanno piani molto ambiziosi, di cui i quattro reattori già ordinati a Seul sono solo l'inizio. Intanto, in questi ultimi mesi, Egitto, Giordania e Kuwait hanno già confermato il prossimo avvio dei loro programmi nucleari. Presto anche l'Arabia Saudita comunicherà le sue decisioni, che probabilmente comprenderanno anche un impianto di arricchimento. Infine, la Turchia intende acquistare almeno una centrale, forse russa.

I costruttori offrono una vasta gamma di reattori di nuova generazione più avanzati ed efficienti, oltre che più sicuri. I canadesi hanno una nuova versione del reattore Candu, che ha la particolarità di operare con uranio naturale e occupa una speciale nicchia di mercato. La francese Areva offre il nuovo Epr, ma due reattori in costruzione (uno in Finlandia e uno in Francia) accumulano ritardi e costi più del previsto.

Altri due Epr sono in costruzione in Cina. Areva rischia di avere un forte concorrente nel nuovo APR1400 coreano, che dopo il contratto con gli Emirati sta suscitando un grande interesse internazionale. Un possibile leader di mercato, secondo alcuni, è l'AP1000 di Westinghouse (Usa), offerto in tutto il mondo.
Significativo segno dei tempi: i primi quattro esemplari di AP1000 sono costruiti in Cina, che ne ha anche acquistato la tecnologia, cosicché potrebbe presto offrire sul mercato un proprio reattore derivato dal modello Westinghouse. Altro segno dei tempi: la divisione nucleare di Westinghouse nel 2006 è passata sotto il controllo della giapponese Toshiba. L'altro "big" del nucleare americano, General Electric, opera in joint-venture col costruttore giapponese Hitachi. E la francese Areva lavora in joint-venture con la nipponica Mitsubishi per sviluppare e vendere il nuovo reattore Atmea-1. I russi propongono ulteriori sviluppi della loro linea di reattori VVER, con una politica commerciale molto attraente.

Si parla di possibili successi, a tempi brevi, in Turchia e Vietnam. La grande attesa per il prossimo futuro riguarda l'ingresso di Cina e Corea del Sud nel club degli esportatori di centrali e altri impianti nucleari. E dopo toccherà anche all'India.
Intanto, tutti i costruttori asiatici, russi ed europei (con Areva) stanno sviluppando nuovi prototipi di reattori auto-fertilizzanti (o fast-breeders): una tecnologia già sviluppata negli anni 70, poi abbandonata e ora ripresa con grande interesse. Se l'operazione avrà successo, già verso il 2030 questi reattori potrebbero segnare una svolta storica per l'atomo civile.

1 commento:

  1. Il fatto che “ad agosto 2010 nel mondo erano in costruzione 59 nuovi reattori nucleari, con un aumento di circa il 50% rispetto a due anni prima” testimonia quanto ormai la fiducia nel nucleare sia diventata davvero “globale”. L’apertura all’energia atomica dei Paesi del medio ed estremo Oriente è la dimostrazione più chiara. A prescindere dalle caratteristiche e dagli interessi delle economie dei singoli Stati, profondamente diverse tra loro, si punta ovunque sul nucleare. Addirittura anche Paesi con un’economia meno sviluppata della nostra, ad esempio il Vietnam, hanno siglato accordi con altre nazioni per poter realizzare centrali nucleari e acquisire le conoscenze necessarie per progettare e costruirle autonomamente in futuro. Questo è un aspetto che dovrebbe farci riflettere. Mentre tutto il mondo si sta orientando sempre più su questa fonte energetica, perché noi che abbiamo già ora le potenzialità e le risorse per il ritorno al nucleare dobbiamo lasciarci sfuggire quest’occasione?

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