mercoledì 1 settembre 2010

La sicurezza sul nucleare e il modello da imitare

Il disastro ambientale del Golfo del Messico non sarebbe avvenuto se l'industria petrolifera avesse un sistema di sicurezza simile a quello dell'industria nucleare. Adesso, e per il futuro, è proprio il nucleare il modello a cui ispirarsi per evitare altre catastrofi. Lo ha affermato Bob Graham, senatore degli Stati Uniti e copresidente della National Commission on the BP Deepwater Horizon Oil Spill and Offshore Drilling, la commissione voluta dal presidente Barack Obama per indagare sull'incidente del Golfo, le responsabilità e le contromisure.

Negli Stati Uniti, ha osservato Graham, la cultura della sicurezza nucleare è avanti di decenni rispetto al settore petrolifero. Nel 1979, dopo l'incidente di Three Mile Island, l'unico di una certa gravità mai avvenuto in un reattore in Occidente, è stato creato l'Institute of Nuclear Power Operations (INPO): un ente non profit con l'incarico di «aiutare l'industria nucleare a raggiungere i più alti standard di sicurezza e di eccellenza».

Secondo Graham, l'INPO ha raggiunto perfettamente il suo scopo: «Ha stabilito delle best practice e le ha monitorate in modo assillante. Gli standard di sicurezza delle centrali negli ultimi anni sono migliorati enormemente». Negli anni Ottanta, un reattore subiva in media 7 blocchi automatici di sicurezza all'anno. Oggi la media è vicina allo zero. Inoltre la dose di radiazioni a cui è esposto un lavoratore è un sesto rispetto a quella di 30 anni fa.

«L'INPO non sostituisce gli organismi governativi, come l'Atomic Energy Commission e la Nuclear Regulatory Commission, ma è un loro complemento», ha aggiunto William Reilly, l'altro presidente della Commissione. Ora è giunto il momento di seguire l'esempio: «L'insegnamento dell'industria nucleare è molto istruttivo per quella petrolifera», ha concluso Graham.

Fonte: NuclearNews

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