martedì 28 settembre 2010

Oriente all'assalto dell'atomo - 1° parte

Per il nucleare sembra iniziare una promettente primavera. «Non è un'esagerazione dire che siamo entrati in una nuova era», sostiene il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Yukiya Amano. L'interesse per l'energia atomica è in forte ripresa in tutto il mondo, con grandi potenzialità in particolare in Medio Oriente e in Asia. I recenti successi della Corea del Sud sottolineano il crescente ruolo tecnologico dell'Asia nell'industria nucleare globale, ormai non più dominata in via quasi esclusiva dai costruttori americani ed europei. Presto anche la Cina entrerà con tutto il suo peso sul mercato mondiale con impianti di propria progettazione.

Intanto, secondo l'Aiea, ad agosto 2010 nel mondo erano in costruzione 59 nuovi reattori nucleari, con un aumento di circa il 50% rispetto a due anni prima. A questi bisogna aggiungere 150 reattori già in programma e altri 344 ancora allo stadio di proposta. Aumentano i paesi decisi a entrare nell'era nucleare e diminuiscono quelli che vogliono restarne fuori.

L'Italia, dopo aver lasciato il nucleare, vi sta tornando. La Germania, che nel 2002 decise di uscire dal nucleare, pensa di rinnovare le sue 17 centrali (anziché chiuderle) per prolungare la loro vita operativa di altri 8-15 anni, a seconda dei casi. Anche gli Usa (104 reattori in funzione), in ritardo rispetto al revival atomico globale, aggiornano e potenziano le centrali esistenti.

Oggi il nucleare fornisce il 14% circa dell'energia elettrica totale (quota che, secondo l'Aiea, salirà al 16,6% entro il 2030) e il 5,7% del totale mondiale dell'energia primaria. All'agosto scorso, sempre secondo l'Aiea, erano in funzione in tutto il mondo 440 reattori, di cui più del 50% nei paesi occidentali e oltre un quarto (114 reattori) in Asia. Ma la geografia del mercato del nucleare civile sta mutando, e in modo spettacolare, sia dal lato della domanda di reattori, sia da quello dell'offerta.

Dei 59 reattori oggi in costruzione del mondo, più della metà sono posti in cinque paesi asiatici: Cina (23), Corea del Sud (5), India (4), Giappone (2), Taiwan (2). La Cina, in particolare, ha un imponente programma per l'ulteriore costruzione di decine di altri reattori. Anche Hong Kong, territorio cinese autonomo, pensa a una propria centrale. E tutti i paesi dell'Asean, salvo Brunei e Laos, vogliono entrare nel settore. Il Vietnam, che ha già firmato (o sta negoziando) accordi di cooperazione nucleare con diversi fornitori di tecnologia (Russia, Giappone e Stati Uniti), intende costruire 14 reattori entro il 2030 e avere anche un proprio impianto per arricchire l'uranio. L'obiettivo ultimo è di acquisire, grazie alla collaborazione con società straniere, il know how tecnologico per progettare e costruire centrali.

Fonte: il Sole24ore

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