mercoledì 8 settembre 2010

Enel e il nucleare in Slovacchia

Prove generali per il nucleare italiano in Slovacchia. L'Enel, che con Edf ha in programma di avviare la realizzazione di quattro centrali nel nostro Paese, a Mochovce (con la controllata locale Slovenske Elektrarne) va avanti con i lavori per il completamento dell'impianto e, quindi, con la ricostruzione delle competenze necessarie per il ritorno dell'atomo in Italia dopo il referendum post-Chernobyl del 1987. Un passaggio fondamentale dei lavori è stata l'installazione del vessel, vale a dire l'involucro all'interno del quale avviene la fissione nucleare, in sostanza il 'cuore' della centrale. L'enorme struttura in acciaio, realizzata dalla ceca Skoda Js, è stata posizionata nell'unità 3 e mostrata ieri a membri del governo slovacco, del Parlamento, dell'Autorità di controllo e alla stampa. Il terzo reattore sarà pronto nel dicembre 2012, mentre otto mesi dopo, e con un investimento complessivo che arriverà a 2,8 miliardi di euro, saranno ultimati i lavori nell'unità 4. Con la 1 e la 2, già in funzione dalla fine degli anni '90, Mochovce sarà in grado di soddisfare il 45% dei bisogni energetici della Slovacchia. Ma, quel che è forse ancora più importante per l'Enel, è la possibilità di rientrare concretamente nel nucleare con la costruzione di una centrale partendo sostanzialmente da zero, cioè quello che occorrerà fare in Italia, dove le vecchie centrali sono state ormai dismesse. Nei lavori sono stati impiegati circa 500 italiani (e circa una trentina di aziende del made in Italy), chiamati a 'farsi le ossa' per affrontare la difficile sfida di casa nostra. «Le cose - ha spiegato il country manager dell'Enel per la Slovacchia, Paolo Ruzzini - sono complementari per competenze e tempistica».

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