giovedì 4 febbraio 2010

Made in Italy di qualità anche per il nucleare episodio 2

Nel dettaglio, secondo Enel la composizione dei costi per la realizzazione di una centrale EPR è così suddivisa:
  • forniture meccaniche 29%
  • opere civili 20%
  • montaggi 18%
  • Project Management e ingegneria “proprietaria” (cioè la parte sicuramente tutta del progettista Areva) 17%
  • forniture elettriche 10%
  • forniture di I&C 6%

La seconda obiezione è che quand’anche gli appalti potessero andare tutti a imprese italiane, ciò non accadrà, perché in Italia non ci sono imprese abbastanza qualificate.
Se questo fosse vero, qualcuno - per carità di patria – dovrebbe correre immediatamente ad avvisare i francesi di Areva, che per la centrale in costruzione a Flamanville (Francia) ha chiamato a lavorare oltre una quarantina di “incompetenti” imprese italiane (queste le principali in ordine alfabetico: Acciaierie Valbruna / Ansaldo Componenti Breda / Ansaldo Componenti DTM / ASFO / Aturia Finder / Bassi L. / Belleli / C Blade Forging & Manufacturing / CMF Fucine / Dalmine / DVM / Fedriga / Fittinox / Fomas / Forgiatura Modena / Forgital Italy / Mame / Mangiarotti Nuclear / Marcora / Mega / Microcast / Monchieri / Morandini / Ofar / Officine Meccaniche Righi / Petrol Raccord / Safas / Sdf Terni / Sesia Fucine / SIAG / Tectubi / Tectubi Raccordi).

E certo non è un caso che parecchie di queste stesse imprese stiano lavorando sulle centrali nucleari in realizzazione o in adeguamento in Romania, Slovenia, Bulgaria, Repubblica Ceca e altrove. Né è un caso che al primo incontro indetto da Enel e Confindustria il 19 gennaio a Roma, per estendere il processo di qualificazione dell’industria italiana, abbiano partecipato oltre 400 imprese, tutte convinte di poter competere a livello internazionale (e non a parole, ma investendo parecchi soldi su questa scommessa).

Enormi ricadute economiche e occupazionali sono previste da ANCE (l’Associazione dei costruttori edili), dall’OICE (l’Associazione delle società di ingegneria) e da ANIE (la Federazione delle imprese elettrotecniche). Secondo quest’ultima l’attuazione del programma nucleare annunciato dal Governo può portare un incremento di 10.000 unità lavorative solo nel proprio comparto (+ 16% di tutti gli occupati).

Senza dimenticare che non si tratta di spartirsi una torta per poi tornare a digiunare. Le competenze acquisite per una sola centrale nucleare valgono per sempre, in un mondo che delle centrali nucleari non può fare a meno.

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