lunedì 1 febbraio 2010

Il nucleare darà lavoro. La competenza deve essere solo dello Stato

In un'intervista all'Unità, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, elenca i motivi per cui è conveniente tornare al nucleare. Anche con il petrolio a buon prezzo.

L’Italia si appresta a tornare al nucleare. Perché lei ritiene che sia conveniente per il Paese?
Perché paghiamo l’energia elettrica il 30% in più della media europea e il 50% in più della Francia, che ricava dal nucleare il 70% della propria elettricità. Perché dobbiamo ridurre la dipendenza dall’estero, mentre oggi importiamo l’85% dell’energia che consumiamo. Perché il nucleare è tra le fonti energetiche più sicure. Perché dobbiamo affrontare la sfida del cambiamento climatico e il nucleare non emette gas serra: per questo anche esponenti del centrosinistra preoccupati per la salute e per l’ambiente, come Umberto Veronesi e Chicco Testa, lo ritengono necessario. Nel mondo ci sono 439 reattori in funzione, che generano il 16% dell’energia elettrica globale, 53 centrali sono in costruzione e oltre 60 in progettazione, perché tutti i grandi Paesi stanno investendo sul nucleare. Solo noi ne siamo usciti col referendum dell’87 che ci è costato oltre 50 miliardi di euro. E continua a costarci caro: ci sono molte imprese che non sono più in grado di sopportare l’eccessivo costo dell’energia elettrica in Italia. Stiamo facendo i salti mortali per tentare di convincere a restare nel nostro Paese la multinazionale statunitense dell’alluminio Alcoa che impiega duemila persone in Sardegna e Veneto. Se avessimo una quota di energia nucleare non avremmo questi problemi, i posti di lavoro sarebbero tutelati e potremmo eliminare uno dei fattori più importanti che riducono la competitività del Paese.

Con la Legge Sviluppo approvata dal Parlamento a fine luglio, abbiamo riaperto la possibilità di realizzare centrali nucleari in Italia. Ma poi le centrali le costruiranno e le finanzieranno le imprese energetiche. Se non è conveniente farlo non lo faranno, nessuno le obbliga. Ma è evidente che non è così, perché le centrali nucleari sono già convenienti con il petrolio a 55-60 dollari al barile, mentre oggi il petrolio oscilla tra i 70 e gli 80 dollari ed è destinato ad aumentare ancora man mano che la ripresa economica si rafforzerà. Quello di Olkiluoto è il primo reattore Epr in costruzione, quasi un prototipo. Quando cominceremo a costruirli noi, saranno già collaudati.

Visto l’indebitamento di Enel (intorno ai 50 miliardi) come potrà sostenere il costo finanziario dell’operazione?
Enel è una società quotata e ha piena autonomia gestionale. Se nel mondo ci sono 53 centrali in costruzione e oltre 60 in progettazione, debbo pensare che l’energia nucleare sia economicamente conveniente. E se è conveniente è finanziabile, anche se si configura come un investimento ad alta intensità di capitale. E ci sono altre imprese interessate a costruire centrali in Italia.

L'intervista completa

1 commento:

  1. Forse sarebbe il caso di pensare alle auto elettriche sarebbe già un buon risparmio invece di uccidere il pianeta con il petrolio e poi in italia installeranno centrali nucleari due generazioni più vecchie rispetto a quelle in uso negli altri paesi...e ci fanno credere in un progresso tecnologico..poveri ricercatori poveri coloro che possono davvero curare il paese e intanto dobbiamo stare attenti a non far arrabbiare la Russia o la Francia sennò restiamo al buio...

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