mercoledì 6 ottobre 2010

La generazione N: mangia bio e studia ingegneria

Lo sviluppo del nucleare in Italia e nel mondo sta dando vita alla generazione N. Così il settimanale Panorama chiamava un po’ di tempo fa tutte quelle persone cresciute dopo il referendum dell’ '87 e che, per una serie di ragioni, sono favorevoli al ritorno dell’energia atomica.

Chi sono? Innanzitutto i tanti giovani che stanno ricominciando ad affollare le facoltà di ingegneria, specializzazione nucleare, delle nostre università. La rinascita del programma nucleare nel nostro Paese e lo sviluppo di questa tecnologia nel resto del mondo hanno creato l’esigenza di acquisire conoscenze tecniche in materia ed è per questo che lo studio dell’atomo da un po’ di tempo è ritornato alla ribalta. Se dopo il boom degli anni ’70 il referendum ha distolto l’attenzione dal nucleare, ora i numeri degli atenei parlano chiaro: gli iscritti al corso di specializzazione del Politecnico di Milano in 5 anni sono triplicati, mentre al Politecnico di Torino gli studenti in ingegneria energetica sono decuplicati in 10 anni (da 30 a 300) e un terzo degli iscritti alle specializzazioni riguarda proprio il settore nucleare.

A prendere atto del cambiamento è Giuseppe Forasassi, docente all’Università di Pisa e presidente del consorzio interuniversitario sul nucleare Cirten: “Un segnale importante di questo fermento culturale è il revival dei corsi di specializzazione in ingegneria nucleare delle università italiane. Siamo rimasti in cinque atenei a proporli: Milano, Torino, Pisa, Palermo e Roma, ma contiamo di recuperare presto anche Bologna”.

I nuovi ingegneri che escono dalle nostre università, tuttavia, non sono sufficienti a soddisfare la domanda sempre crescente delle imprese: “Il punto – continua Forasassi - è che l’università oggi è in grado di laureare circa 120 ingegneri all’anno, che non bastano a soddisfare la crescita vertiginosa della domanda”. Qualche esempio: la società americana Westinghouse procede a un ritmo di 1.000 assunzioni l’anno, la francese Edf ne annuncia 600 e l’Areva, società che copre l’intera filiera, ha messo a contratto in breve tempo 1.200 persone. Ma anche l’Italia non è da meno: centocinquanta nuovi assunti e 4 mila persone sono attualmente impiegati nell’attività nucleare di Enel. Anche Ansaldo Energia, la società della Finmeccanica che ha vissuto tutte le stagioni del nucleare italiano, sta aprendo le porte a tanti neolaureati.

Il boom degli studi in ingegneria energetica è ovviamente collegato all’espansione di tante imprese che stanno investendo nel settore, convinte delle potenzialità del nucleare sotto il profilo dei costi, della sicurezza e del rispetto per l’ambiente. Dimostrazione è la corsa all’accaparramento del certificato Asme, che consente alle aziende di ottenere le commesse legate ai nuovi reattori: “È naturale che tra le aziende si sia scatenata la corsa alla certificazione nucleare - sottolinea Alberto Ribolla, amministratore delegato della Sices e presidente dell’Energy Cluster lombardo - Si tratta di un processo costoso, ma che può far fare alle imprese quel necessario salto qualitativo per passare dall’impiantistica tradizionale, un’eccellenza che già oggi vale 145 miliardi, a quella nucleare”.
Non c’è dubbio che il ritorno al nucleare del Paese rappresenta un’occasione importante per la nostra crescita economica e occupazionale. Che, in un periodo di crisi come questo, non è possibile lasciarsi sfuggire.

3 commenti:

  1. Chi ca**o scrive questi articoli? Richiesta vertiginosa di ingegneri? Io sono laureato in Ing. Meccanica (laurea specialistica) con 110 e lode alla Federico II di Napoli, il 29 settembre del 2009, da allora ho solo un'esperienza di stage di 3 mesi, ed adesso sono disoccupato.

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  2. Se è così contattatemi..sono neolaureato in ingegneria energetica (laurea specialistica)110 e lode. Giusto perchè questa richiesta incredibile di cui si parla è dal 19 aprile 2010 (data di laurea) che la sto aspettando.
    Daniele

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  3. Non so come sia a MIlano , Torino e altre facoltà, ma a Bologna l'incremento di ingegnieri energetici ( ex-nucleare) c'è stato ma non certo per un'eventuale prospettiva di lavoro nell'industria nucleare, la richiesta di nuovi laureati in energia energetica riguarda soprattutto risparmio energetico, cogenerazio, impiati rinnovabili ( grazie agli incentivi), radioprotezione e per i più qualificati e interessato ricerca un po' in tutti i campi di ricerca plasmi, superconduttori, simulazioni numeriche ecc...ovviamente con risvolti che riguardano anche l'industria nucleare.
    Ma solo una minima parte si è iscritta con l'obbiettivo di un'eventuale futura occupazione diretta nel settore nucleare.

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