mercoledì 13 ottobre 2010

Ridurre le emissioni di CO2

Da un paio d’anni l’Agenzia Internazionale dell’Energia realizza appositi studi (Energy Technology Perspectives) mirati a definire quali siano le possibili alternative per ridurre la concentrazione di CO2 nell’atmosfera a livelli tali da contrastare efficacemente il cambiamento climatico e, quindi, scongiurare le più drammatiche conseguenze del riscaldamento globale.
Tali studi ipotizzano diversi scenari per le emissioni di CO2 al 2050. Il più modesto dei quali punta a limitare le emissioni, a quella data, agli stessi livelli attuali, e il più severo a ridurle del 50% rispetto a quelle di oggi.

In entrambi i casi, per ottenere gli obiettivi prefissati (quali che siano), gli esperti dell’IEA ritengono necessaria una vera e propria rivoluzione nel modo di produrre e consumare energia. Rivoluzione che prevede, seppur a livelli diversi per ciascuna tecnologia, a seconda degli obiettivi finali:
  • un forte ricorso alle fonti rinnovabili
  • l’utilizzo su vasta scala del nucleare
  • l’adozione massiccia delle tecnologie di cattura e sequestro geologico della CO2 (CCS – Carbon and Capture Storage)
  • lo sviluppo di un sistema di trasporti a zero emissioni di carbonio
  • un netto miglioramento dell’efficienza energetica
In pratica è necessario ricorrere a tutte le opzioni tecnologiche oggi disponibili. Peraltro da abbinare anche ad un drastico cambiamento delle politiche governative e a eccezionali livelli di cooperazione sia tra le maggiori economie, sia tra queste e i Paesi meno sviluppati e in via di sviluppo.

Ma, avverte l’IEA, non esiste l’opzione “facciamo questo e non facciamo quello”. Perchè nemmeno tutto, ma proprio tutto quello che possiamo fare può darci la certezza che sarà sufficiente. Ora, in teoria è anche possibile che gli esperti dell’IEA siano degli incompetenti o dei biechi venduti agli interessi di questa o quella industria. Se la pensate così, il discorso è chiuso.
Altrimenti sarei lieto se quanti ritengono che del nucleare in Italia se possa fare a meno ci ragionino un po’, su quanto afferma l’IEA.

Fonte: Enerblog

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