lunedì 11 ottobre 2010

2 italiani su 10 conoscono il nucleare

Giovedì scorso decine di attivisti Greenpeace hanno “consegnato” al Parlamento europeo due container di rifiuti radioattivi, protestando contro la direttiva della Commissione europea sulla gestione delle scorie. Il grido di battaglia è stato «Nuclear waste, no solution». Il messaggio è chiaro: non c’è soluzione al problema delle scorie.

Ma non finisce qui: lunedì 18 ottobre sempre Greenpeace ha organizzato a Roma “Nuclear Emergency”, una serata evento per dire “no” al nucleare.

L’associazione ambientalista, si sa, non è nuova a queste iniziative: qualche mese fa, era salpata da Civitavecchia la “Rainbow Warrior”, una nave “verde” teoricamente alimentata da quattro vele, ma in realtà tutt’altro che pulita. L’imbarcazione era dotata di motore e di un ponte portaelicotteri, con livelli di consumo di nafta non indifferenti.

Cosa hanno in comune queste tre eventi oltre al fatto di essere state organizzati da Greenpeace? Tutte e tre fanno di una menzogna, o comunque di un’informazione non completamente corretta, il loro elemento centrale. Come già detto altre volte, infatti, non è vero che non ci sia soluzione al problema delle scorie, perché sono previsti già degli impianti per il loro smaltimento, ma soprattutto non è vero che la “rivoluzione energetica pulita” auspicata dall’associazione ambientalista debba tagliare fuori il nucleare.

Quello che l’energia atomica non sia una fonte di energia pulita è da tempo un leitmotiv di Greenpeace, convinta che i sostenitori dell'atomo siano sotto l’effetto di una specie di “propaganda dell’industria nucleare”. Ma resta il fatto che il nucleare ha emissioni di anidride carbonica bassissime, cosa che la rende la più pulita fonte di energia su larga scala. Il che non significa escludere le fonti rinnovabili, che risultano, però, applicabili con maggiori difficoltà a realtà più estese.

Informazioni, queste, ampiamente documentate da ricerche che confrontano i numeri sulla pulizia delle fonti rinnovabili rispetto al nucleare.

Una ricerca, realizzata da Lorien Consulting e dal mensile La Nuova Ecologia, mostra che tra le maggiori preoccupazioni degli italiani c'è l'ambiente: subito dopo il lavoro, infatti, indicato da 9 italiani su 10 del campione intervistato, viene l'ambiente con 7 italiani su 10.
La cosa allarmante è che sempre secondo il sondaggio, sono solo 2 italiani su 10 a conoscere il nucleare, quale fonte di energia al pari delle rinnovabili o del carbone.
Quindi mi chiedo, se a conoscerlo sono solo 2 su 10 come si fa a dire che la maggioranza degli italiani è contraria, se la maggioranza non capisce nemmeno la domanda che gli viene posta? E ancora: è più facile dire di non volere il nucleare, non conoscendo come funziona, che affermare il contrario, non sapendo poi come argomentare la propria tesi (ingnorando l'argomento..)

È arrivato il momento di un'informazione corretta, ma soprattutto sarebbe ora che anche Greenpeace iniziasse a informare obiettivamente e a portare avenati le proprie battaglie sulla base di dati concreti e soprattutto veritieri, piuttosto che approfittare delle paure comuni per ottenere consensi.

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