giovedì 21 ottobre 2010

Quanta energia ci serve?

Qualche giorno fa il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha evidenziato la possibilità di collocare in Lombardia uno dei futuri reattori nucleari italiani. Parole che hanno inevitabilmente scatenato reazioni, riproponendo la classica spaccatura tra favorevoli e contrari. Tra le varie repliche è arrivata anche quella del governatore della Regione Roberto Formigoni, che ha rispedito la proposta al mittente spiegando che “la Lombardia ha praticamente raggiunto l’autosufficienza energetica e in questo momento non ha bisogno di centrali di alcun tipo”. Formigoni, tuttavia, non si è dichiarato contrario al nucleare in assoluto, ma ha sottolineato la necessità di impostare un discorso a livello nazionale e di aprire, poi, un confronto con le Regioni dopo la definizione dei criteri per l’individuazione delle centrali. In sintesi: sì al nucleare, ma preferibilmente non in Lombardia.

Tralasciando un attimo le classiche argomentazioni sul’energia atomica, condivisibili o meno, mi sembra opportuno in questo caso citare dei dati sul fabbisogno energetico delle regioni italiane diffusi da Terna, relativi allo scorso anno. Dall’analisi emerge che la regione con il deficit energetico più elevato in termini assoluti è proprio la Lombardia.

Dati alla mano, nel 2009 il deficit di energia elettrica della Regione è stato di -21.082 GWh, in aumento rispetto al 2008, quando la cifra era di -17.229 GWh. Quello dell’Italia si è assestato, invece, a -44.959 GWh. È difficile pensare che nel 2010 la situazione si sia completamente ribaltata, in quanto in un anno la Lombardia avrebbe dovuto colmare completamente questo divario.

Senza voler approfondire ulteriormente il discorso sui dati, si possono fare alcune osservazioni: ricerche come questa saranno probabilmente contestate da altri studi che affermano il contrario, ed è prevedibile che anche in questo caso accada così. Fatto sta che queste cifre esistono, arrivano da una fonte autorevole e sono in netto contrasto con quanto dichiarato, per cui a mio avviso è giusto che vengano citate, quantomeno per avere un quadro più completo. Inoltre non ha molto senso parlare di fabbisogno a livello di singole regioni, dato che la questione interessa il Paese nel suo complesso.

La Lombardia e l’intera Italia non solo non sono autosufficienti sotto il profilo energetico, ma il loro crescente fabbisogno è sempre più legato all’estero. Basta fare un semplice esempio: è notizia di questi giorni il rischio per il nostro Paese di restare a secco di gas. Ho letto, infatti, che l’interruzione del gasdotto che attraverso la Svizzera porta in Italia il gas del Nord Europa potrebbe determinare “effetti significativi sull’intero sistema italiano riportandolo indietro di 5 anni, a prima cioè che fosse costruito il rigassificatore di Rovigo e che fossero potenziati i gasdotti di importazione”.

Non c’è dubbio, quindi, che non si può continuare a seguire questa strada. È ora che l’Italia inizi a produrre energia "a casa propria" per non trovarsi in emergenza. Il discorso vale per il gas, come per le altre fonti. A riguardo, ben venga il mix energetico di nucleare e rinnovabili, l’importante è che il problema sia affrontato e risolto al più presto.

1 commento:

  1. La maggior parte dei politici, diciamolo, si fanno belli con gli slogan ecologisti anche se sanno benissimo delle carenze energetiche del’Italia e delle loro Regioni. Siamo la nazione che importa più energia dall’estero e per la maggior parte è gas che va a finire nelle centrali termonucleari, le più inquinanti in assoluto! Ma si preferisce continuare a importare, pagare e inquinare piuttosto che fare concretamente qualcosa (rischiando di perdere qualche voto). Poi Formigoni che il giorno prima “deve valutare ma si potrebbe fare” e il giorno dopo ci ripensa…no comment.

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