giovedì 19 agosto 2010

A Padova si sperimenta il nucleare pulito

Qualche giorno fa parlavamo del progetto ITER - International Thermonuclear Experimental Reactor. Oggi torna a parlarne il Corriere del Veneto in un articolo di Riccardo Bastianello che descrive un progetto portato avanti da alcuni ricercatori del CNR di Padova.

Dal Corriere del Veneto del 19 agosto 2010:

"Tecnicamente si tratta di «iniettori di atomi ad alta energia» da utilizzate in Iter, l’International Thermonuclear Experimental Reactor del sud della Francia. Grazie a questo potrebbe diventare concreto il sogno di un nucleare pulito. Nel concreto si tratta di una sorta di «pompa della benzina» in grado di mettere in moto un motore enorme: il primo reattore a fusione nucleare mai realizzato, capace per quanto assurdo possa sembrare di produrre molta più energia di quanta ne consuma. Tradotto in termini ancora più semplici significa energia a volontà, a basso costo di produzione, senza bisogno di rare sostanze radioattive (la «benzina» la si ricava dall’idrogeno dell’acqua) e senza scorie difficili da smaltire. Nei mesi in cui la «questione nucleare» torna d’attualità la soluzione definitiva per un nucleare pulito potrebbe venire da Padova. O, meglio, potrebbe arrivare grazie al contributo dei ricercatori padovani del Cnr.

All’interno di Iter troveranno posto infatti iniettori da 100 milioni di euro che porteranno la firma padovana visto che saranno progettati e realizzati (quanto meno i prototipi) all’interno dell’area del Cnr di corso Stati Uniti. Per procedere allo studio e alla progettazione sarà necessario addirittura costruire un edificio ad hoc, di dimensioni notevoli per giunta: 28 metri di altezza su un terreno di 17 mila metri quadrati (9 mila quello calpestabile). Al suo interno, accanto ai laboratori sperimentali, troveranno spazio uffici, sale controlli, aule: tutto il necessario per portare avanti un progetto che vede la collaborazione di Unione Europea, Russia, Giappone, Cina, Stati Uniti, India e Corea del Sud e il cui costo previsto è di 10 miliardi di euro. A ricevere l’incarico e i finanziamenti per l’opera è il Consorzio Rfx, il gruppo padovano nato nel 1996 dall’unione delle forze di Cnr, Enea, Università di Padova e Acciaierie Venete spa (a cui poi si è recentemente aggiunto l’Infn). L’edificio per la progettazione degli iniettori costerà 16 milioni di euro e, stando ai tempi inseriti nel bando per l’appalto dei lavori, sarà pronto dopo 21 mesi a partire dal giorno dell’avvio dei cantieri. Al suo interno lavoreranno le circa 50 persone (di queste 35 ricercatori e scienziati) che gravitano attorno alla sofisticatissima progettazione. Il tutto nella speranza che i tempi per la realizzazione della struttura padovana siano rispettati. Anche qualche lieve ritardo nella consegna dell’edificio potrebbe creare non pochi problemi al progetto visto che sono già pronte per essere spedite a Padova tutte le sofisticatissime apparecchiature che serviranno allo studio e alla sperimentazione delle componenti (completata la sperimentazione due impianti identici dovranno essere installati in Iter).

«Una volta completati gli iniettori, messi a punto e installati di uguali nel reattore Iter - ha spiegato il professor Giorgio Rostagni, presidente del Consorzio Rfx - il funzionamento di Iter, previsto per il 2020, permetterà anche di fornire informazioni fondamentali sulla fisica del plasma, nozioni indispensabili per ottenere una fusione nucleare stabile e in grado di produrre enormi quantità di energia». Energia pulita, prodotta praticamente dal nulla e che non lascia alcun tipo di scorie.

Nessun commento:

Posta un commento