martedì 10 agosto 2010

Energia nucleare: in Italia possibili otto centrali di nuova generazione entro il 2019

L’Italia potrebbe avere otto reattori nucleari di nuova generazione in esercizio per il 2019, e non è escluso che comprendano anche il modello americano AP1000. Lo ha detto a Washington il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, a margine del forum internazionale organizzato dall’amministrazione Obama sull’Energia Pulita. “Stiamo consolidando – ha detto Saglia – il nostro interesse verso tecnologie complementari. L’Italia è orientata ad avere quattro centrali da 1.600 megawatt, e accordi in tal senso sono avviati tra Enel e la francese EDF per centrali Epr. Ma non chiudiamo ad altre opzioni“. Come appunto quella dell’AP1000, tecnologia americana prodotta all Westinghouse Electric Company di Pittsburgh, che la delegazione italiana ha visitato il 7 agosto.

Riguardo un possibile dietrofront con la Francia, Saglia ha detto: “Diciamo che si consolida l’interesse italiano verso tecnologie più piccole e complementari a quelle francesi”. Alla luce di questa impostazione, secondo il sottosegretario l’Italia potrebbe “essere nucleare” per il 2019. “Entro il 2013 completeremo le fasi autorizzative – ha precisato – e le nuove otto centrali potrebbero essere in esercizio nel 2019. Le prime difficoltà politiche sono state superate. Le centrali saranno fatte d’intesa con le Regioni. Ovviamente ci sarà da costruire un consenso, ma la via imboccata è chiara. Sicuramente – ha concluso – chi ospiterà le centrali avrà vantaggi economici e forniture di energia gratuite. Diciamo che la prima lampadina è stata accesa“.

L’Italia potrebbe “posare la prima pietra” di un suo sistema nucleare “entro due-tre anni“: lo ha detto a Washington il ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, a margine della conferenza stampa tenuta con il segretario americano dell’Energia, Steven Chu, nell’ambito del forum sull’Energia Pulita, al quale hanno partecipato 24 ministri dell’Ambiente.

L’energia pulita è “il” tema del futuro – ha spiegato Prestigiacomo – e per affrontarlo bisogna prendere in considerazione anche l’ipotesi nucleare. Da questo punto di vista, l’Italia è negli Stati Uniti “per conoscere e capire“, nell’ottica di definire una via italiana al nucleare. “Stiamo procedendo – ha detto il ministro Prestigiacomo -. Abbiamo impiegato due anni per far partire l’Agenzia per la Sicurezza, ma direi che adesso siamo lì. Entro due, massimo tre anni potremo posare la prima pietra di una nuova centrale“. I problemi non mancano, primo fra tutti la scelta dei siti, ma il ministro ha precisato che “non è competenza del Governo scegliere i siti. Il Governo sceglie i criteri di fondo a cui una centrale deve attenersi, ma saranno poi i privati a fare proposte. Purtroppo in Italia c’é molta confusione sul nucleare“.

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