martedì 16 marzo 2010

James Hansen: “Il nucleare il male minore”

James Hansen, climatologo della Columbia University e direttore del prestigioso Goddard Institute for Space Studies (GISS) della NASA, è stato ospite a Roma ieri per una “lecture” del WWF Italia e della Fondazione Aurelio Peccei. La conferenza, dal titolo “L’impatto umano sul sistema climatico”, è stata anche l’occasione per presentare il primo libro di Hansen (Storms of my grandchildren” (“Le tempeste dei miei nipoti. La verità sulla catastrofe climatica che verrà e la nostra ultima possibilità per salvare l’umanità”). James Hansen è una figura storica degli studi sul riscaldamento globale. Nel 1988 la sua testimonianza alla Commissione Energia del Senato USA è rimasta nella storia come uno dei primi atti di uno scienziato che esplicitava il legame esistente tra i cambiamenti climatici in atto e l’attività umana.

DOMANDA. Professore, andiamo subito al sodo: mai come in quest’ultimo periodo alcuni scienziati hanno contestato le tesi dei cambiamenti climatici. Come possiamo essere sicuri che l’emergenza sia reale e che non si tratti della diatriba di due lobby concorrenti?

RISPOSTA. «Beh, se si trattasse di opinioni, potrebbe essere. Ma qui abbiamo davanti a noi i fatti. Secondo le più importanti organizzazioni scientifiche del mondo, per evitare effetti disastrosi e insospettati su tutti i sistemi economici e sociali e sui sistemi naturali che sono alla loro base, la concentrazione di CO2 in atmosfera non dovrebbe oltrepassare le 350 pari per milione, ma siamo già a 388 e la differenza tra l’energia solare che entra nel nostro sistema climatico e quella che ne esce non dovrebbe superare 1 watt per metro quadro, ma siamo già a 1,6».

D. E ora che abbiamo superato i confini climatici, che possiamo fare?
R. «Dobbiamo agire subito. Senza riserve».

D. Certo, dopo il fallimento di Copenhagen è difficile avere speranze…
R. «Dobbiamo proprio partire da quelle ceneri, e dare il buon esempio. Ma agendo in fretta. Coinvolgendo i Paesi in via di sviluppo,. Bisogna assolutamente ridurre le emissioni».

D. Professore, gli ambientalisti spesso sono visti come i fautori dei no a prescindere…
R. «Non sono tra quelli. Tra una centrale a carbone e il nucleare non propenderei certo per il carbone».

D. Lester Brown, fondatore del World Watch Institute, ci ha illustrato il suo piano B, che parte dalle azioni dei singoli. Visto che i governi non riescono a definire le strategie e i piani, possiamo noi cittadini essere più incisivi?

R. «Certo, le nostre scelte sono fondamentali. Ma come possiamo pensare che si adottino i pannelli fotovoltaici se non ci sono incentivi statali corposi? Non può ricadere tutto sulle spalle del cittadino. Il problema è che i nostri politici sono vecchi. Non riescono a vedere il futuro, nemmeno quello più prossimo. Dobbiamo mandarli a casa, e far governare chi ha a cuore il dopodomani».

di Stefania Divertito
Dal quotidiano gratuito Metro del 16 marzo 2010

1 commento:

  1. Se volete un punto di vista indipendente sul nucleare, leggete il rapporto del M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology) dal titolo:

    "The Future of Nuclear Power"
    http://web.mit.edu/nuclearpower/

    Per quanto siano nuclearisti convinti, non riescono a nascondere il fatto che il nucleare sia diventato vecchio e costoso - con buona pace di Obama

    Saluti

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