lunedì 29 marzo 2010

Chi è informato sul nucleare lo sostiene. In tutto il mondo

Chi è bene informato sul nucleare è favorevole al suo uso per la produzione di energia elettrica. E questo vale, con qualche piccola differenza, in tutti in Paesi industrializzati.
Lo rivela un sondaggio commissionato dall’Areva e condotto dalla società specializzata francese TNS Sofres in 7 Paesi occidentali, con storie e politiche nucleari molto diverse: Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Belgio e Stati Uniti.
In tutti i Paesi i bene informati sono in netta maggioranza “favorevoli” o “tendenzialmente favorevoli” al nucleare: si va dal 62% degli italiani all’84% degli inglesi. Solo i tedeschi, con il 51%, si distaccano leggermente da questo orientamento.

Il motivo principale è economico: il 70% degli italiani informati sono convinti che con il nucleare si può produrre elettricità a costi inferiori, e in tutti gli altri Paesi questo dato è più alto, con un picco dell’82% in Spagna. Anche la preoccupazione per il riscaldamento globale gioca un ruolo importante. In questo caso il valore massimo è quello degli Stati Uniti: il 91% degli americani informati ritengono l’energia nucleare promettente perché produce bassissime emissioni di anidride carbonica. Il dato italiano è del 70%, inferiore a quello di tutti gli altri Paesi tranne la Germania (66%).

Infine, in tutti i Paesi è ben presente la convinzione che il problema principale da risolvere è quello delle scorie: il 96% dei tedeschi informati sono preoccupati della radioattività sul lungo periodo, mentre la questione è sentita meno dagli italiani (82%).

Le altre questioni sono nettamente meno sentite: il rischio di proliferazione preoccupa solo il 48% degli italiani e il 62% dei tedeschi, mentre il timore che gli investimenti nel nucleare vadano a scapito delle energie rinnovabili sono sentiti soprattutto in Italia (60%) e poco in Belgio (45%).

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