lunedì 30 novembre 2009

Per una Europa a emissioni zero

Bisogna mantenere e incrementare il ricorso all’energia nucleare, per ridurre il più rapidamente possibile le emissioni nell’atmosfera di gas serra. Lo afferma un rapporto di Eurelectric, l’associazione europea che raccoglie le società dell’energia elettrica.

Lo studio, condotto da Eurelectric insieme all’Università Tecnica di Atene, ha dimostrato che entro il 2050 è possibile in Europa un settore energetico a impatto zero, se si utilizzano tutte le risorse a zero emissioni possibili, compreso il nucleare.

Il rapporto confronta due scenari per il 2050: nel primo si immagina che proseguano le politiche attuali, compresa l’uscita dal nucleare di Germania, Spagna e Belgio; nel secondo si immagina che venga “autorizzato l’uso di tutte le opzioni energetiche a bassa emissione di anidride carbonica”.
In entrambi gli scenari le emissioni di anidride carbonica risultano in diminuzione, ma secondo il rapporto se si include l’opzione nucleare il taglio è molto più drastico e più rapido. Più precisamente, nel 2050 le fonti rinnovabili potrebbero produrre il 38% dell’energia, mentre dal nucleare verrebbe il 27%. Viene anche sottolineato che il nucleare può servire come punto fermo nel caso altre tecnologie si dimostrassero inadeguate o troppo costose.

Eurelectric conclude dichiarando che dovrebbero essere fatti “investimenti sostanziali” in nuove centrali nucleari, oltre che nelle fonti rinnovabili, nelle tecniche di cattura di anidride carbonica e nel miglioramento dell’efficienza.

A Roma il 1° dicembre dalle ore 16 alle 18 presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica (piazza della Minerva 38) UNEI, l’associazione italiana aderente a Eurelectric presenta lo studio completo.

Ne hanno parlato anche su Newclear

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