
Lo studio, condotto da Eurelectric insieme all’Università Tecnica di Atene, ha dimostrato che entro il 2050 è possibile in Europa un settore energetico a impatto zero, se si utilizzano tutte le risorse a zero emissioni possibili, compreso il nucleare.
Il rapporto confronta due scenari per il 2050: nel primo si immagina che proseguano le politiche attuali, compresa l’uscita dal nucleare di Germania, Spagna e Belgio; nel secondo si immagina che venga “autorizzato l’uso di tutte le opzioni energetiche a bassa emissione di anidride carbonica”.
In entrambi gli scenari le emissioni di anidride carbonica risultano in diminuzione, ma secondo il rapporto se si include l’opzione nucleare il taglio è molto più drastico e più rapido. Più precisamente, nel 2050 le fonti rinnovabili potrebbero produrre il 38% dell’energia, mentre dal nucleare verrebbe il 27%. Viene anche sottolineato che il nucleare può servire come punto fermo nel caso altre tecnologie si dimostrassero inadeguate o troppo costose.
Eurelectric conclude dichiarando che dovrebbero essere fatti “investimenti sostanziali” in nuove centrali nucleari, oltre che nelle fonti rinnovabili, nelle tecniche di cattura di anidride carbonica e nel miglioramento dell’efficienza.
A Roma il 1° dicembre dalle ore 16 alle 18 presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica (piazza della Minerva 38) UNEI, l’associazione italiana aderente a Eurelectric presenta lo studio completo.
Ne hanno parlato anche su Newclear
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