giovedì 22 luglio 2010

Energia nucleare, l’Italia riparte

Di seguito un estratto dell’articolo a firma di Luciano Caglioti pubblicato sul Il messaggero del 22 luglio.

In questi giorni ha raggiunto il porto di Napoli una portaerei a propulsione nucleare, dotata di due centrali nucleari che le conferiscono un'autonomia di ben 50 anni, durante i quali potrebbe navigare senza mai fermarsi per fare rifornimento. Accoglienza festosa, curiosità, e forse un motivo di riflessione per tutti coloro che si oppongono al nucleare civile e magari abitano a pochi metri da dove ha buttato gli ormeggi un bestione del genere.

Questo aggiunge paradosso a paradosso, soprattutto strappa tutti i veli su un interrogativo di fondo che qualsiasi italiano di buon senso si fa: la tecnologia nucleare sia sui rendimenti sia sulla sicurezza ha fatto passi da giganti, al punto che al mondo sono in azione centrali situate in zone densamente abitate ed anche all'interno di talune città. Eppure importiamo a caro prezzo energia dall'estero, rinunciando a produrcela qui da noi come potremmo benissimo fare.

Qual è il mare oscuro del nostro Paese che usa i prodotti della tecnologia, come per l'appunto l'energia nucleare, ma rifiuta di prodursela? Eppure, siamo alla disperata ricerca di posti di lavoro, competitività, di fare come tutti nel mondo industrializzato. Non solo, ma per l'Italia l'energia nucleare è qualcosa di familiare, visto che con i ragazzi di via Panisperna e con il Cnen (Comitato Italiano energia nucleare) di Felice Ippolito siamo stati tra i primissimi ad attivarci negli usi pacifici dell'energia atomica. Realizzando con le nostre imprese fra i primi al mondo tutta una serie di reattori. Dopo parecchi decenni di stasi, nei quali non si è utilizzato tutto un comparto scientifico e tecnologico e si sono trasferiti a Paesi esportatori di energia, occupazione, competenze, esperti, sembra che oggi si possa finalmente ripartire. Scetticismo e tentativi di veto, anche se non del tutto assenti sono in diminuzione, ed à l'industria che si sta attivando. In un autorevole "speciale" 24 Ore del 14 luglio riporta gli echi di un approfondito studio a livello industriale, conseguente all'azione che il mondo dell'industria sta intraprendendo. Infine, il risveglio nucleare potrebbe attivare fino a 20.000 posti di lavoro: posti ad alto tasso di innovazione, esattamente quello che ci vuole per rialzare la testa nella ricerca e nelle tecnologie.

2 commenti:

  1. vivresti con i tuoi bambini accanto a una centrale?

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  2. sono assolutamente contro al nucleare, perchè non vengono sfruttate le energie alternative? forse perchè l'interesse è minore, e poi le scorie dove le buttiamo in africa come al solito o in un qualche fiume come per i rifiuti tossici, ricordiamo cosa è successo a luglio al nostro Po, gli Italiani hanno votato contro l'energia nucleare con un referendum popolare, perchè non ci hanno richiesto nuovamente il nostro parere.
    Forse l'attuale premiere vuole guadagnare anche su questo, non gli basta mediaset, mediolanum, mediashopping, tv, giornali, scuole private, ecc.
    E poi giustamente dove le costruiranno di nuovo queste centrali, non riescono nemmeno a risolvere il problema dei rifiuti urbani...

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