lunedì 18 gennaio 2010

Il nucleare italiano

In Italia, il nucleare già c'è. Così l'impegno del governo per avviare 4 impianti (quelle previste dall'unico operatore al momento in campo, Enel che ha stretto una alleanza con la francese Edf) entro il 2020 può trasformarsi in un appuntamento di business per l'intero sistema Italia. Strano a dirsi, infatti, ma in un Paese che ha abbandonato l'atomo nel 1987 ci sono oltre 150 imprese, che costruiscono parti ad altissimo contenuto tecnologico per i reattori nucleari di terza generazione avanzata. Non solo. Sono oltre 3.500, a oggi, i dipendenti delle stesse imprese con curriculum professionali specializzati in materia nucleare.
L'avvio del programma italiano aumenterà la richiesta di manodopera nel comparto. L'identikit dell'eccellenza italiana è costruito su un nucleo di aziende concentrato in larga parte nel Nord Italia. È la Lombardia a fare la parte del leone.

Un esempio dell'avanguardia raggiunta dall'industria tricolore è dato dal caso della Tectubi Raccordi. Installata a Podenzano, paesino in provincia di Piacenza, e nata nel 1954, opera in tre cantieri nucleari: Francia, Finlandia e Cina. Nel 2009 ha ottenuto il premio per l'innovazione assegnato da Ernst&Young, che l'ha valutata azienda dell'anno. Insomma un complesso industriale-nucleare scelto a livello internazionale dai grandi committenti, e che si ritroverà Roma martedì, 19 gennaio a Viale dell'Astronomia. L'occasione è infatti la giornata organizzata da Confindustria ed Enel per presentare alle imprese italiane, potenzialmente interessate alla filiera del nucleare, le informazioni utili per intraprendere il percorso di qualificazione per operare nel settore. E approfittare del progetto di Enel per riportare il nucleare in Italia che revede investimenti tra i 16 e i 18 miliardi di euro con ricadute nel contesto economico e occupazionale italiano.

Le aziende che hanno aderito sono tante. Finora oltre 400. Un segnale dell'interesse e della motivazione degli imprenditori italiani. Le cifre in gioco giustificano l'entusiasmo. Il 70% dei lavori di costruzione di una centrale nucleare può essere realizzato da imprese italiane: ingegneria, meccanica, elettronica ed elettrotecnica, montaggi, opere civili. Le quattro centrali in programma costano 4,5 miliardi l'una con un investimento di 18 miliardi. Ebbene 12 di questi possono restare alle imprese italiane. Di questi tempi la torta è allettante.

Da Iltempo.ilsole24ore

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