lunedì 26 ottobre 2009

Nucleare in Europa
















Quelli che non vogliono le centrali nucleare in Italia, sanno che a soli 200 KM dal confine italiano ci sono 27 unità nucleari?

In Europa sono in esercizio 197 reattori in 15 paesi con una potenza installata complessiva pari a circa 132.000 MWe, pari a oltre il 30% dell’elettricità prodotta.

Francia, Germania e Regno Unito rappresentano il 70% circa della potenza complessiva installata nell’Unione Europea, mentre in un raggio di 200 km dai confini italiani sono ad oggi attive 27 unità nucleari per un totale di circa 24.000 MWe

Inoltre, molti paesi hanno avviato programmi di rilancio del nucleare per la generazione di energia. In Gran Bretagna è stato avviato nel 2006 un programma per realizzare nuove centrali (6-8 nuove unità). Ad oggi è in corso il lavoro di certificazione delle tecnologie che saranno utilizzate per il programma. Le maggiori aziende elettriche europee, EDF, E.ON, RWE, prenderanno parte al programma nucleare.

Negli Stati Uniti la Nuclear Regulatory Agency prevede che entro il 2011 saranno presentate richieste di autorizzazione alla costruzione di 33 nuove unità (ad oggi già presentate 27 richieste).

In Francia, EDF ha avviato un programma di ammodernamento delle centrali nucleari realizzate tra i primi anni ’70 ed il 2000 al fine di poter estendere la vita utile degli impianti suddetti fino a 60 anni. In parallelo, il Governo francese ha avviato un programma che prevede lo sviluppo di nuove unità nucleari basate sulla tecnologia EPR, la prima delle quali, in corso di realizzazione nel sito di Flamanville, entrerà in servizio nel 2012.

Nel 2012 inizierà inoltre la costruzione della seconda unità che sarà localizzata nel sito di Penly. Inoltre, alcuni paesi europei che hanno rinunciato al nucleare per la produzione di energia elettrica, hanno recentemente cambiato idea riconoscendo che il ricorso al nucleare è di fondamentale importanza per abbattere le emissioni di gas serra e per garantire disponibilità di energia a prezzi stabili.

2 commenti:

  1. Ciao sono uno studente universitario. Sto approfondendo il takeover di EDF su British Energy, non è che hai qualche notizia o sai dove posso rovare qualche report finanziario ?

    Grazie

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  2. Di sicuro la questione può essere analizzata da molti punti di vista. Quello dell'articolo è solo uno di questi. Io non credo ci si debba fermare a dire "siccome al confine c'è spazzatura, ne voglio anch'io". Lo stesso dovremmo fare allora per le scelte "virtuose": legate alle energie rinnovabili(a Bolzano prov. il 60% dell'energia è prodotta da fonti rinnovabili!), al risparmio, al recupero delle materie prime, ecc. Per questo occorre investire e non c'è dubbio che se i soldi vanno da un aparte difficilmente andranno anche dall'altra.
    Noi ci avviamo a comprare alcune centrali di "terza" generazione dalla Francia. Le sole in costruzione in Europa sono piene di problemi; tra queste Flamanville, una EPR di EDF ed ENEL (12,5%), bloccata dai costi eccessivamente lievitati e da problemi legati alla sicurezza dell'impianto (e lo stesso vale per la centrale "sorella" di Olkiluoto in Finlandia).
    Il punto principale da discutere è - secondo me - la convenienza economica di un paese come l'Italia (intesa come popolazione e non come lobby) ad entrare nell'affare-nucleare. E poi la pretesa di risolvere il problema energetico "oggi" con impianti che entreranno in produzione tra 15 anni; la "dipendenza dall'estero" che non sparisce affatto perché dovremo comprare tutto: tecnologia, combustibile, ... combustibile finché ce ne sarà e poi?
    Per non parlare del problema che nessuno al mondo sa come risolvere dello stoccaggio delle scorie, di quello del consumo di acqua per il raffreddamento dei reattori, dell'economia dell'indotto che sarà misero per le aziende italiane (Olkiluoto insegna!), del costo dell'energia che non sarà affatto minore di oggi, anzi! Per ulteriori approfondimenti vedi il recente dossier di Greenpeace sull'argomento.
    Insomma, pur essendo decisamente contro il nucleare tout court, riesco a distinguere una strategia energetica saggia, perfino se è di tipo nucleare. Quella italiana è solo una follia propagandistica e niente più.

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