venerdì 9 ottobre 2009

A.A.A. Ingegneri nucleari cercasi


Pionieri soddisfatti. Così si definiscono i giovani italiani laureati in ingegneria nucleare. Pionieri perchè hanno creduto, in tempi bui, alle possibilità di un settore a lungo osteggiato nel nostro paese. Soddisfatti perchè hanno vinto la loro scommessa. Adesso che il nucleare è tornato alla ribalta potranno finalmente esercitare le loro competenze in patria, senza essere costretti a fuggire all'estero. Ovunque nel mondo infatti si prevede per il prossimo futuro una carenza di ingegneri nucleari, mentre cresceranno le esigenze di gestire le centrali esistenti e di progettarne di nuove. In tempi di crisi e disoccupazione è una gran bella rivincita. E sembra proprio che molti giovani vogliano seguire il loro esempio.

Ne è una diomostrazione il Master Universitario di II livello in Scienze e Tecnologie degli impianti nucleari dell'Universita' di Genova. Appena aperte le iscrizioni, sono arrivate ben 60 richieste a fronte di 20 posti disponibili.

Ecco le testimonianze dei giovani laureati a Pisa:

"Andrea, laureato nel '91, che lavora al CERN di Ginevra. Spiega: «La formazione multidisciplinare, fisico-ingegneristica, unita all'esperienza sul campo e al dinamismo proprio dei laboratori di ricerca nei quali ho lavorato, mi ha permesso di affrontare tematiche di ampio interesse, con grande soddisfazione professionale». Martina, fresca di laurea, lavora invece presso il gruppo di ricerca di San Piero a Grado: «Le attivita' di ricerca nel campo dell'ingegneria e della sicurezza sono andate avanti in Italia nonostante la chiusura degli impianti. Cosi' ci si puo' occupare full-time di NUCLEARE anche qui». Carlo e' impegnato nello stesso gruppo. «Quando mi laureai nel 2004 - racconta -, dopo aver svolto la tesi alla Penn State University negli Usa, non avrei mai pensato di rimanere in Europa. Una bella soddisfazione, quindi, se penso che, quando mi iscrissi a ingegneria NUCLEARE, molti, sarcasticamente, mi chiedevano: ''Ma a cosa serve?''». Juswald, laureato nel 2002, si e' trasferito negli Usa come «lead engineer» nelle analisi di reattori. «Grazie alla mia preparazione ''made in Italy'' non ho avuto problemi a inserirmi nell'ambito dell'industria Usa. La' e' in forte espansione e c'e' sempre piu' bisogno di nuovi ingegneri nucleari di talento. Quelli laureati in Italia sono altamente apprezzati e ricercati in tutto il mondo». Roberta, laureata nel '93, e' rimasta in Italia, presso una societa' di ricerca e sperimentazione nel settore termoidraulico NUCLEARE e convenzionale. Dice: «Mi occupo di simulazione di componenti e sistemi innovativi, perlopiu' finalizzati alla sicurezza». Alessandro, anche lui laureato nel 2002, e' occupato nel gruppo di San Piero a Grado dell'Universita' di Pisa. «Dal momento in cui iniziai la tesi, svolta alla Westinghouse, ho avuto la fortuna - spiega - di operare in molti ambiti internazionali». Angela, laureata nel 2007, lavora invece in una ditta che si occupa di sicurezza industriale: «Ho sempre pensato di voler rimanere in Italia, perche' c'e' grande bisogno di energia e di sicurezza». Sulle sorti future c'e' un generale ottimismo. Matteo, laureato nel 2005, e' ricercatore al CEA di Parigi e svolge il dottorato a Pisa. «Il NUCLEARE - sottolinea - e' l'energia del futuro, ma anche molto piu': lo sviluppo dell'ingegneria NUCLEARE, in particolare tramite la ricerca, e' una scelta necessaria per garantire condizioni di vita sostenibili». Quanto a Barbara, laureata nel 2006, ha appena ricevuto il riconoscimento del «quality label» dello «European Nuclear Education Network». Dice: «Ritengo il NUCLEARE una risorsa importante, che dev'essere pensata in sinergia con le fonti rinnovabili e con una riduzione degli sprechi. Credo che sia importante lavorare per la sua accettabilita'». Fausto, laureato nel 2002, lavora negli Usa al progetto neutronico del nocciolo dei reattori a fissione. «Ho da sempre considerato il NUCLEARE da fissione come la vera fonte di energia alternativa ai vari combustibili fossili, che non solo inquinano il pianeta, ma hanno consentito a un ristretto gruppo di persone di controllare le risorse. Le conseguenze sono sotto gli occhi (e nei polmoni) di tutti». Magnus, laureato nel '99, e' sempre stato all'estero: «Il futuro? Se potessi soddisfare tutti i miei fabbisogni usando solo energia NUCLEARE, le scorie prodotte in una vita avrebbero le dimensioni di una lattina di birra. E' una fonte pulita, affidabile, economica".


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