venerdì 23 ottobre 2009

Ripensare il carbone














Una cosa è certa: nell'immediato futuro non potremo fare a meno del carbone. Si tratta di una fonte energetica poco costosa e abbondante, e costituisce il pilastro della rete elettrica in numerosi Paesi nel mondo. Certo, allo stato attuale è inquinate, ma esiste una tecnologia in grado di renderlo pulito: la Ccs, Cattura e Stoccaggio di CO2, che elimina il 90% delle emissioni

"A poco piu' di 50 giorni dall'appuntamento di Copenaghen, questa settimana a Londra, sono in primo piano due serie di colloqui internazionali sul clima. Innanzitutto, i ministri di 20 Paesi si stanno per riunire per affrontare una delle sfide piu' urgenti per un accordo globale sui cambiamenti climatici: il carbone. Per quanti sono preoccupati dal clima e dalla possibilita' di continuare ad accendere la luce, il carbone e' il combustibile da rendere pulito. Si tratta di uno dei combustibili a maggior contenuto di carbonio a nostra disposizione, non soltanto rispetto alle energie rinnovabili, ma anche rispetto ad altri combustibili fossili. Un'unita' di elettricita' generata da una centrale elettrica a carbone crea un quantitativo quasi doppio di CO2 rispetto ad una ricavata dal gas. Ma non possiamo vivere senza di esso perche' costituisce il pilastro della rete elettrica in numerosissimi Paesi nel mondo. Il carbone e' poco costoso ed abbondante. Nel Regno Unito, fornisce un terzo dell'energia elettrica. In altri Paesi, questa cifra e' molto superiore. La scorsa settimana mi trovavo in Polonia, dove il 95% dell'elettricita' nazionale viene generato dal carbone. E' molto difficile intravedere un futuro di sicurezza energetica per il mondo che non preveda il ricorso al carbone. La conferenza di questa settimana, tenuta congiuntamente da Regno Unito e Norvegia, si impernia sulla tecnologia che puo' risolvere il dilemma: Cattura e Stoccaggio di CO2 (Ccs). Questa tecnologia potenzialmente elimina il 90% delle emissioni di CO2 dalle centrali elettriche a carbone. L'anidride carbonica viene intrappolata nelle condotte delle centrali elettriche e convogliata per essere stoccata in modo sicuro e prolungato. La Ccs e' potenzialmente in grado di trasformare il carbone in un combustibile a basso tenore di carbonio. Senza Ccs, il costo della lotta ai cambiamenti climatici aumentera' del 70%. La sfida consiste nel fatto che la Ccs e' una tecnologia nuova e complessa. Ci vorra' un'azione concertata per portarla dalle nostre attuali dimostrazioni su piccola scala ad un progetto predefinito per le centrali elettriche. Il cambiamento che cio' implica dovra' avvenire velocemente se vogliamo risolvere in tempo la sfida climatica con cui si confronta il pianeta. Il Regno Unito ha gia' illustrato dei piani audaci per l'impiego della Ccs. Abbiamo suggerito i requisiti piu' severi al mondo per le nuove centrali elettriche a carbone e prevediamo di sviluppare fino a quattro impianti di Ccs su piena scala commerciale per dimostrare la tecnologia. Miliardi di sterline a sostegno della tecnologia del «carbone pulito». Se vogliamo realizzare i cambiamenti necessari, i Paesi che lavorano alla Ccs dovranno collaborare per garantire che diventi un'opzione per i maggiori utenti di combustibili fossili a livello mondiale. Quindi, questa settimana a Londra parleremo dei piani internazionali sulla Ccs. Discuteremo assieme ai rappresentanti di Europa e Cina i piani congiunti per lo sviluppo in Cina della prima centrale elettrica con Ccs su scala commerciale. Il ministro statunitense dell'Energia Steven Chu parlera' della centrale gia' pienamente operativa in America. Lavorando con i nostri partner gia' operativi nel Mare del Nord, discuteremo del ruolo che essa puo' svolgere nello stoccaggio del CO2 estratto. Questa settimana si discutera' a Londra anche della sostanza piu' generale dell'accordo di Copenhagen. I diciassette membri del Major Economies Forum si riuniscono per sviluppare una comprensione comune e creare consenso su alcuni principi generali in vista di Copenaghen. E' per triste ironia della sorte che chi ha causato di meno i cambiamenti climatici risenta maggiormente dei suoi effetti, per cui mi fa piacere che Paesi vulnerabili come Bangladesh, Maldive e Costa Rica partecipino anch'essi ai colloqui di questa settimana. Non ci saranno seconde opportunita' sui cambiamenti climatici, non possiamo sprecare neanche un giorno da adesso a Copenaghen. Dobbiamo sfruttare ogni singola occasione - compresi i colloqui di questa settimana a Londra - per spingere a favore dell'accordo piu' ambizioso, efficace ed equo che si possa realizzare. *Ministro britannico per Energia e Cambiamenti Climatici"

Tratto da: La sfida del carbone pulito

Fonte: La Stampa

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