martedì 6 ottobre 2009

Aspettando Copenaghen


Mancano due mesi al vertice di Copenhagen. I dibattiti sull'emergenza clima si moltipicano, ma resta un dubbio: si tratterà di un meeting come tanti o segnerà l'inizio di un nuovo piano energetico a livello mondiale?


Il tema autunnale del settore energetico a livello globale è tutto centrato sul vertice delle Nazioni Unite sul clima, che riunirà a Copenhagen tutti i paesi del mondo per trovare un accordo globale contro l’emergenza climatica.Da qui, innumerevoli sono gli spunti di confronto e le occasioni di dibattito, nelle prossime settimane, sul piano delle sfide per la produzione di energia pulita e per la riduzione delle emissioni, uniti alla valutazione delle opportunità della green economy come volano per la ripresa economica e industriale, e al ruolo che in questo scenario occupano gli investimenti, gli incentivi, la ricerca scientifica e tecnologica per il potenziamento delle fonti rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza energetica a tutti i livelli.

Come dire, argomenti che non hanno più a che vedere con il dibattito sulle fonti energetiche o sulle tecnologie in quanto tali, ma che investono in maniera profonda e irreversibile un processo già in atto di cambiamento dei modelli di consumo, e dei modelli approvvigionamento, di produzione e distribuzione dei beni, dei servizi e delle risorse.Temi resi ancor più centrali nell’agenda politica ed economica di ogni paese dai due fattori chiave che negli ultimi due anni hanno segnato l’andamento dell’economia globale: le emergenze ambientali e la crisi finanziaria.

Siamo agli albori di uno scenario di trasformazione epocale. Paragonabile alle grandi trasformazioni tecnologiche, industriali e culturali che hanno cambiato il volto della società e impresso un nuovo corso alla storia.Gli studi previsionali di settore in realtà ci dicono che il panorama energetico mondiale non cambierà più di tanto nei prossimi vent’anni: le fonti fossili continueranno ad avere un ruolo dominante, le rinnovabili cresceranno, ma non in misura tale da sconvolgere gli assetti attuali, il nucleare avrà più o meno lo stesso peso di oggi, la fusione e l’idrogeno saranno ancora un orizzonte lontano. Meno chiare le previsioni sui modelli di produzione, di distribuzione e di consumo: sembra più difficile dire che cosa cambierà, e dove, dal punto di vista della microgenerazione distribuita, delle reti intelligenti, del risparmio e dell’efficienza energetica.

Così come alcuni acuti osservatori affermano che Copenhagen sarà “just another meeting” e che il tavolo negoziale si chiuderà con molti proclami e pochi fatti: dichiarazioni d’intenti, peraltro sempre più penalizzanti per l’Europa e del tutto aleatorie per USA, India e Cina.Ma se anche fosse vero che tra vent’anni ci ritroveremo un panorama energetico non dissimile da quello di oggi, e che da Copenhagen non si uscirà con un piano vincolante di meccanismi condivisi per contrastare il cambiamento climatico, è altrettanto vero che i cambiamenti che saremo in grado di impostare oggi, tra vent’anni inizieranno a far sentire i propri effetti. Per quanto inafferrabile, l’energia è fatta di atomi, non di bit, non possiamo pensare che le trasformazioni che riguardano questo settore si realizzino al tempo del web: con la velocità con cui i fenomeni legati alle telecomunicazioni e alla rete si impongono, esplodono e poi scompaiono o mutano.Con buona pace degli scettici, la velocità della luce non riguarda i tempi con cui l’energia e i modelli economici si trasformano.

Tuttavia, il vertice di Copenhagen è tra due mesi. E questi mesi d’autunno saranno decisivi anche per imprimere all’economia un corso che potrà andare, lentamente, in due direzioni: iniziare a riassorbire gradualmente le performance devastanti degli ultimi mesi, assestando la recessione a una percentuale compatibile con una lenta ripresa, o aprire la falla e trasformare i cassaintegrati in disoccupati e di conseguenza aprire la strada a una “decrescita infelice”.Più che scettici, converrebbe essere pragmatici.


da Copenaghen e i dilemmi d’autunno


Fonte: energiaspiegata.it

martedì 29 settembre 2009

Deserti verdi


Ecco un'idea davvero innovativa per contrastare la progressione del Global Warming...


Ricoprire di foreste un deserto è un vecchio sogno dell'umanità che le attuali tecnologie di geoingegneria potrebbero trasformare in realtà. Con benefici importanti non solo per le comunità umane, ma anche per le sorti del clima per effetto dell'azione di contrasto che le biomasse vegetali esercitano nei confronti del riscaldamento globale attraverso l'assorbimento di carbonio. L'idea di lavorare a questo progetto - rilanciata sul sito web di Science - è di Leonard Ornstein, biologo del Mont Sinai School of Medicine di New York che l'ha messa a punto in collaborazione con ricercatori del Goddard Institute for Space Studies della Nasa. Nelle sue linee essenziali il progetto prevede di impiantare lungo le coste dell'Australia e del Nord Africa impianti per dissalare acqua di mare e portarla attraverso condotte nel cuore del Sahara e dei deserti australiani. Qui, con impianti di irrigazione a goccia, idonei a ridurre al minimo la quantità di acqua persa per evaporazione o infiltrazione nelle formazioni sabbiose, si verrebbero a creare le condizioni di vita per una serie di piante tropicali a rapida crescita e ad elevata resistenza al calore, come l'Eucalyptus Grandis. La copertura arborea favorirà a sua volta fenomeni di precipitazione che i ricercatori stimano possano con il tempo arrivare fino a 700-1.200 millimetri all'anno. Ma soprattutto, affermano, queste nuove foreste permetteranno di assorbire circa 8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all'anno, contribuendo così in misura davvero significativa a contrastare la progressione del Global Warming. Resta l'obiezione dell'elevato costo complessivo del questo progetto, calcolabile in 2.000 miliardi di dollari. Ma questa cifra - afferma Ornstein -che comunque non sarebbe superiore a quella necessaria a catturare e a neutralizzare un quantitativo equivalente di anidride carbonica con altre tecnologie, verrebbe impegnata per un progetto che include molti altri vantaggi sul piano ambientale, sociale ed economico.

Da Clima/ Foreste nei deserti per fermare il riscaldamento globale



mercoledì 10 giugno 2009

Nucleare e rinnovabili: una convivenza... conveniente


A tutti quelli che vedono il nucleare una minaccia per lo sviluppo delle rinnovabili, invito a riflettere sul modello francese e sulla rivoluzione verde di Sarkozy...


Per ogni euro speso per il nucleare, spenderne uno per le energie rinnovabili. Obiettivo minimo del 23 per cento di energie rinnovabili entro il 2020. Fiscalità ridotta per prodotti ecologici. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha lanciato la rivoluzione verde, paragonando la svolta a quella che il generale de Gaulle fece negli anno Sessanta, proprio dotando la Francia di energia nucleare.
Non è immaginabile un’uscita dal nucleare da parte di un paese che si è conquistato la quasi autosufficienza energetica con 58 centrali ed esporta un patrimonio ci competenze e tecnologie.
Tuttavia, aver pensato di non aver bisogno di energie rinnovabili grazie al potenziale nucleare “è stato un errore”, ha detto Sarkozy. L’obiettivo della “parità” fra atomo ed energie rinnovabili è un compromesso sostenibile che dovrebbe preservare il consenso al nucleare e soddisfare coloro che si oppongono. Il successo e la presenza dei verdi in Parlamento europeo darà più voce e forza a una strategia che è condivisa da tempo a Berlino e comincia ad essere apprezzata in Francia. In questo quadro il dibattito si apre in Italia, considerando i tempi tecnici e la valutazione dei costi per riaprire la strada all’atomo.

Da La rivoluzione verde di Sarkozy: dopo l’atomo, energia rinnovabile/ Corriere della sera 10 giugno


Supponiamo che in Italia parta l’era del nucleare, le nuove centrali che verranno costruite nel non saranno necessariamente alternative all’eolico, solare, ma anche al gas. In futuro, bisognerà necessariamente fare una scelta tra rinnovabili e fossili, con un evidente vantaggio dell’energia pulita…

venerdì 22 maggio 2009

La video intervista a Renato Angelo Ricci - 2 parte

Renato Angelo Ricci sul nucleare - 1 parte

Presidente dell'Associazione Italiana Nucleare, fisico nucleare e professore ordinario di Fisica Generale all'Università di Padova, Renato Angelo Ricci approfondisce uno dei temi più sentiti in questo periodo, su cui l'opinione pubblica è divisa: il nucleare.
Ne parla in modo semplice e comprensibile, evidenziando i benefici della sua adozione e le sue potenzialità. Nella sua video intervista, Ricci propone di sdrammatizzare certi problemi che sono più immaginari che reali, affrontare i problemi reali (quelli veri) e rieducare i cittadini su base scientifica, anziché ideologica.


mercoledì 13 maggio 2009

Il turismo musicale si fa sostenibile



Visto che è quasi tempo di vacanza, segnalo questo interessante articolo pubblicato su Yes life dedicato ai festival ecologici.

Due degli Eco-Festival più importanti del continente si tengono in Irlanda: si tratta dell’Electric Picnic e dell’Oxegen. Il primo, giunto alla sesta edizione, si tiene dal 4 al 6 settembre a sud-ovest di Dublino e nel 2008 è stato premiato con il Greener Festival Award, un premio indipendente di riconoscimento al festival musicale più rispettoso per l’ambiente. A questo festival va il merito di essere stato il primo ad aver introdotto il carpooling, nel 2008, allo scopo di ridurre la congestione del traffico e l’emissione di CO2. Tra le altre eco iniziative è anche possibile rifocillarsi in bar interamente alimentati da energia solare, o utilizzare nei bagni solo prodotti riciclabili o biodegradabili.

L’Oxegen invece è un festival che dal 2000 si tiene nel nell’ippodromo di Punchestown, contea di Kildare. L’edizione 2009, in programma dal 10 al 12 luglio, vedrà avvicendarsi sul palco Blur, Killers, Bloc Party, Kings of Leon e molti altri. La componente ambientalista dell’Oxegen si rivolge soprattutto alla concreta diminuzione dell’impatto ambientale del festival che, come sappiamo, ha bisogno di dosi massicce di energia e mezzi di trasporto. L’Oxegen, definito l’evento irlandese “100%CarbonNeutral” e vincitore del “Green N Clean Award”, organizzerà spostamenti in autobus in collaborazione con il trasporto pubblico, servizi di carpooling e l’iniziativa park&ride.

Uscendo dall’Irlanda anche lo storico Isle of Wight Festival quest’anno conferma l’approccio ambientalista sperimentato nella passata edizione. Dal 12 al 14 giugno l’Isola di Wight ospiterà musicisti del calibro di Prodigy e Pixies, oltre a circa 100 mila persone provenienti da tutta Europa. Tra le "eco iniziative" già annunciate un forte incremento di treni e trasporto pubblico per raggiungere l’area, possibilità di affittare biciclette all’interno dello spazio del festival, incremento dei punti di riciclo della spazzatura, energia eolica per alimentare i punti di ricarica cellulari, incremento della percentuale di generatori alimentati da biofuel, aumento del numero di tendoni ecologici ad energia solare destinati ai bar e alle esibizioni degli artisti.


Insomma perché non concedersi una vacanza all'insegna della musica e del risparmio energetico?
Fonte: Yeslife