venerdì 4 maggio 2012

Bollette su, stipendi giù?


In un momento in cui il costo dell’energia continua ad aumentare e in cui, complice la crisi economica, in Italia si sta scatenando il dibattito sugli “stipendi d’oro” di politici e manager pubblici, certe notizie saltano all’occhio.
Mi riferisco alla raccomandazione che il Tesoro ha fatto a Enel affinché siano limitati remunerazioni e bonus dei vertici aziendali. In realtà, la vera notizia non è tanto il monito del Ministero, quanto che Enel sembra orientata ad accogliere la richiesta. Il che, a mio parere, non è poco.

In particolare, il riferimento è soprattutto ai compensi di Fulvio Conti, amministratore delegato, di Paolo Andrea Colombo e di Piero Gnudi, rispettivamente presidente ed ex presidente del Gruppo. Che, ricordo, è a partecipazione statale per oltre il 30%.
L’azienda ha già fatto notare, attraverso le parole di Fernando Napolitano – presidente del comitato remunerazioni di Enel – che gli stipendi in questione sono già “al di sotto della media” rispetto ai principali competitor italiani ed esteri.

Tuttavia, come ho detto poc’anzi, l’orientamento aziendale è quello di accogliere le richieste del Tesoro e rivedere l’ammontare delle buste paga più pesanti. Un’azione concreta, in linea con l’austerity da più parti invocata ma che fino ad oggi ha colpito molto più i semplici cittadini che non la classe dirigente. Certamente non sarà questa mossa a sollevare il bilancio nazionale né a far abbassare le nostre bollette, ma è comunque un segnale chiaro e, a mio avviso positivo. Nella speranza che presto anche altri seguano questo esempio.

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