Tali studi ipotizzano diversi scenari per le emissioni di CO2 al 2050. Il più modesto dei quali punta a limitare le emissioni, a quella data, agli stessi livelli attuali, e il più severo a ridurle del 50% rispetto a quelle di oggi.
In entrambi i casi, per ottenere gli obiettivi prefissati (quali che siano), gli esperti dell’IEA ritengono necessaria una vera e propria rivoluzione nel modo di produrre e consumare energia. Rivoluzione che prevede, seppur a livelli diversi per ciascuna tecnologia, a seconda degli obiettivi finali:
- un forte ricorso alle fonti rinnovabili
- l’utilizzo su vasta scala del nucleare
- l’adozione massiccia delle tecnologie di cattura e sequestro geologico della CO2 (CCS – Carbon and Capture Storage)
- lo sviluppo di un sistema di trasporti a zero emissioni di carbonio
- un netto miglioramento dell’efficienza energetica
Ma, avverte l’IEA, non esiste l’opzione “facciamo questo e non facciamo quello”. Perchè nemmeno tutto, ma proprio tutto quello che possiamo fare può darci la certezza che sarà sufficiente. Ora, in teoria è anche possibile che gli esperti dell’IEA siano degli incompetenti o dei biechi venduti agli interessi di questa o quella industria. Se la pensate così, il discorso è chiuso.
Altrimenti sarei lieto se quanti ritengono che del nucleare in Italia se possa fare a meno ci ragionino un po’, su quanto afferma l’IEA.
Fonte: Enerblog
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