In un momento in cui il costo dell’energia continua ad
aumentare e in cui, complice la crisi economica, in Italia si sta scatenando il
dibattito sugli “stipendi d’oro” di politici e manager pubblici, certe notizie
saltano all’occhio.
Mi riferisco alla raccomandazione che il Tesoro ha fatto a
Enel affinché siano limitati remunerazioni e bonus dei vertici aziendali. In
realtà, la vera notizia non è tanto il monito del Ministero, quanto che Enel
sembra orientata ad accogliere la richiesta. Il che, a mio parere, non è poco.
In particolare, il riferimento è soprattutto ai compensi di
Fulvio Conti, amministratore delegato, di Paolo Andrea Colombo e di Piero
Gnudi, rispettivamente presidente ed ex presidente del Gruppo. Che, ricordo, è
a partecipazione statale per oltre il 30%.
L’azienda ha già fatto notare, attraverso le parole di
Fernando Napolitano – presidente del
comitato remunerazioni di Enel – che gli stipendi in questione sono già “al di
sotto della media” rispetto ai principali competitor italiani ed esteri.
Tuttavia, come ho
detto poc’anzi, l’orientamento aziendale è quello di accogliere le richieste
del Tesoro e rivedere l’ammontare delle buste paga più pesanti. Un’azione
concreta, in linea con l’austerity da più parti invocata ma che fino ad oggi ha
colpito molto più i semplici cittadini che non la classe dirigente. Certamente
non sarà questa mossa a sollevare il bilancio nazionale né a far abbassare le
nostre bollette, ma è comunque un segnale chiaro e, a mio avviso positivo. Nella
speranza che presto anche altri seguano questo esempio.
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